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UN cuscino di rose rosse sul feretro e intorno silenzio e lacrime,  nella sala della Mediateca provinciale di Matera, gremita di amici, ma anche di tanti semplici cittadini che hanno voluto tributare l’estremo saluto ad Antonella Favale, l’unica vittima del crollo di vico Piave.

A portare il proprio cordoglio ai familiari- il marito Francesco in primis- tutte le autorità cittadine, provinciali e regionali. Ma, si badi, nessuna parata. C’è spazio solo per il dolore.

Tutti, a partire dal sindaco Salvatore Adduce e dal presidente della Regione Marcello Pittella, entrano nella maniera più anonima possibile: a volto basso e con le lacrime agli occhi. 

Estremamente essenziale la cerimonia funebre celebrata secondo il rito dei Testimoni di Geova,  credo che Antonella aveva abbracciato da circa 15 anni. «Muiono anche i buoni a causa  del peccato entrato nel mondo per via della ribellione di Adamo a Dio», ha ricordato il celebrante, durante l’orazione funebre, citando  un passo del Vangelo di Paolo.

«Oggi – ha proseguito, rivolgendosi a quanti hanno conosciuto le doti umane e morali della giovane- non è solo il giorno del dolore  ma della speranza per Antonella che viveva d’amore».  Antonella Favale (Dina per tutti), che avrebbe compiuto 31 anni il prossimo 15 febbraio, in effetti, era da sempre impegnata nel volontariato e aveva fatto della cura dei disabili la sua professione. I morti, secondo i Testimoni di Geova, sono solo addormentati nella morte e sono in una condizione paragonata ad un sonno profondo in attesa che giunga il tempo in cui essi udranno la voce di “Colui che domina e sconfigge per sempre la morte e il suo insidioso pungiglione”. Un sonno per Antonella cominciato nel letto della casa che insieme al marito con tanti sacrifici avevano messo su e che ora idealmente prosegue in un’altra dimensione.

Le parole del celebrante arrivano al cuore della folla presente come spade arroventate e rendono ancora più lancinante il senso di vuoto per la scomparsa prematura di una giovane solare, buona e amata da tutti. Qualcuno, durante la cerimonia, non regge alla commozione e si sente mancare. Una donna viene  soccorsa dai volontari della Croce Rossa e accompagnata all’esterno del salone della Mediateca.  Nella città dei Sassi è lutto cittadino, molte le serrande abbassate in segno di cordoglio. In tanti non riescono a trovare posto all’interno della sala, dove già nel pomeriggio di domenica era stata allestita la camera ardente, e restano fuori in silenzio ad aspettare di poter entrare a portare un ultimo saluto alla sfortunata giovane. Il cordone di sicurezza in prossimità di tutti gli accessi alla Mediateca è imponente. Forse, in qualche caso, persino esagerato. Tant’è che un cittadino in attesa fuori per poter porgere il suo saluto alla vittima ad un certo punto sbotta: «Tutta questa attenzione per la sicurezza forse avreste dovuta averla prima, non adesso che è troppo tardi». 

A rimanere fuori, insieme ai tanti che non hanno trovato posto per via della grande e commossa partecipazione ai funerali, i giornalisti, per una precisa volontà della famiglia. La cerimonia è durata circa mezz’ora. Una volta recitata la preghiera finale, nonostante i familiari di Antonella Favale abbiano fatto sapere che non si sarebbero fermati a prendere le condoglianze, la gente ha continuato ad attardarsi in Mediateca. Tutti aspettavano l’uscita del feretro. Solo quando si è saputo che la salma sarebbe stata trasferita solo nel primo pomeriggio, per essere poi portata al luogo di sepoltura, la folla ha cominciato a diradarsi. Ad uscire, insieme agli altri,  anche i membri del Consiglio regionale che si è insediato ieri mattina. La seduta era stata sospesa subito dopo l’appello proprio per  permettere a tutti di raggiungere Matera.  Da Policoro, città d’origine di Antonella, arriva il gonfalone listato a lutto. Presenti, inoltre, il viceministro Filippo Bubbico, i presidenti delle Province di Matera e Potenza, Franco Stella e Piero Lacorazza,  il sindaco di Potenza Vito Santarsiero, i parlamentari Cosimo Latronico, Vincenzo Folino e Maria Antezza. «Ho incrociato Antonella- ricorda affranta- quando mi sono occupata del progetto del “Reddito ponte”. Il suo sorriso e la sua positività mi avevano colpita; la sua fine tragica mi ha particolarmente scossa». Ma ancora più toccanti sono le testimonianze di chi con Antonella ha condiviso un pezzo importante di cammino insieme; le amiche più care che non hanno lasciato solo Francesco per un attimo, dopo il funesto crollo di sabato.

E’ dal loro racconto che apprendo quanto Antonella amasse il mare. Ed è proprio al suo mare, quello della natia Policoro che ha fatto ritorno, salutata dall’applauso commosso dei presenti e da un nuvola candida di palloncini bianchi, librati in volo al passaggio del feretro fuori dalla Mediateca.

m.agata@luedi.it

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