2 minuti per la lettura
MATERA – A 36 ore dal crollo di vico Piave, un’altra parte di una delle palazzine sbriciolate ha ceduto. E’ accaduto ieri nel tardo pomeriggio. Un vertice, previsto per oggi tra amministrazione comunale e Vigili del fuoco, deciderà se estendere ulteriormente l’ordinanza di sgombero anche da altre abitazioni.
Resta, dunque, drammatica la situazione di quella piccola traversa a pochi passi dai giardini comunali, colpita da una tragedia inaspettata sabato mattina alle 7,30.
Il sindaco Salvatore Adduce, nel frattempo, ribadisce che l’iter svolto dall’amministrazione comunale sulla Scia presentata dall’impresa che avrebbe dovuto svolgere lavori al pianterreno di una delle palazzine, è stato seguito. «Alla comunicazione di un’impresa, l’amministrazione deve una risposta soltanto se ci sono problemi. Nel nostro caso è stato fatto, procedendo alla sospensione dei lavori il cui avvio ci era stato comunicato. Alla Scia noi non dobbiamo rispondere con un’autorizzazione».
Alla spiegazione del sindaco seguono le dichiarazioni del comandante provinciale dei Vigili del Fuoco, Eugenio Barisano.
«La verifica che hanno effettuato i nostri tecnici per due volte, il 15 dicembre scorso, rientra fra quelle che richiedono i cittadini quando notano qualcosa di anomalo. La relazione su quelle operazioni è stata molto accurata ed è stata consegnata alle autorità che si stanno occupando delle indagini. In quell’occasione sono state indicate una serie di misure da adottare urgentemente sulla struttura. La comunicazione indirizzata all’impresa – prosegue Barisano – viene inviata anche all’amministrazione comunale e alla Prefettura. Da quel momento diamo per scontato che le operazioni vengano realizzate».
No comment sulle richieste che erano state fatte all’azienda dopo il doppio sopralluogo del 15 dicembre; toccherà alla magistratura valutare tutti gli elementi necessari.
I condomini avevano richiesto l’intervento dei vigili del fuoco, preoccupati per alcune crepe, ma Barisano chiarisce:
«Non abbiamo ritenuto che ci fossero le condizioni per lo sgombero. Se dovessimo sgomberare tutte le case che hanno lesioni, allora sarebbe coinvolta mezza Matera. Se fossero state applicate le indicazioni che abbiamo dato, la sicurezza del fabbricato sarebbe tornata nelle condizioni in cui era inizialmente».
Già ieri mattina il Ctu nominato dal pm Annunziata Cazzetta, Michele Colella, era al lavoro sul luogo del crollo. Nessuna incertezza sulle procedure da parte del magistrato incaricato che dimostra di voler giungere al completo chiarimento dei fatti in tempi rapidi.
Ieri mattina, intanto, alcuni cittadini sono tornati per qualche minuto nelle loro abitazioni per poter prendere abiti, oggetti di prima necessità, il necessario per poter vivere fuori casa per i prossimi tempi, in attesa che la situazione venga risolta e nella speranza di poter tornare al più presto tra quelle mura.
a.ciervo@luedi.it
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA