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E INTANTO, le popolazioni della bassa Val d’Agri protestano. “Cristo si è fermato ad Eboli, il gas a Montemurro”, è lo slogan della protesta promossa dal comitato “Quinta colonna Gallicchio”, a cui hanno aderito anche le comunità di Sant’Arcangelo, Guardia Perticara, Corleto, Armento, Missanello e Roccanova e i primi cittadini di Aliano e Gallicchio. Contro le linee guida di recente sottoscritte da Eni, Shell, Regione Basilicata e Comune di Viggiano (con delega dei comuni di Marsicovetere, Marsico Nuovo, Grumento Nova, Montemurro, Moliterno, Sarconi, Spinoso, Tramutola e Paterno) nelle quali si garantisce ai comuni firmatari l’erogazione di quantità gratis di gas, sulla base dell’aumento produttivo derivante dall’implementazione della quinta linea del Centro Oli. A danno di quei paese che invece, «convivono con i danni derivanti dalle attività estrattive, senza trarne, però, alcun beneficio). Dopo essere stati esclusi dal riparto delle royalty che attualmente vanno solo ai comuni interessati dalla presenza dei pozzi, e non agli altri comuni dell’area della Val d’Agri, anche se distanti di pochi chilometri e alle prese con problemi sostanzialmente simili, ora rischiano di perdere anche i benefici del gas gratis.
I manifestanti si sono dati appuntamento presso l’ingresso dell’impianto di potabilizzazione di Acquedotto Pugliese, dove le compagnie petrolifere prelevano l’acqua utilizzata per la perforazione dei pozzi. Un luogo simbolico da cui far sentire la propria voce. Non si tratta della prima protesta dei cosiddetti comuni “figli di un Dio minore” che lamentano la disparità di trattamento rispetto alle amministrazioni direttamente interessate dalle attività estrattive. A partire dalle ricadute occupazionali e dai monitoraggi ambientali, così come avevano denunciato i cosiddetti sindaci ribelli, arrivati a rassegnare, un anno fa, le proprie dimissioni.
marlab
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