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COSENZA – Nuove risorse, più medici, più infermieri, l’ospedale di Cosenza è una struttura troppo importante per essere abbandonata. I rappresentanti dei medici si sono ritrovati ieri davanti all’Annunziata per un presidio permanente: vogliono salvare l’ospedale e chiedono il sostegno dei cittadini. Le scelte aziendali costringono a tagli che non permettono la regolare attività di medici e infermieri, i turni di lavoro si raddoppiano e le prestazioni ambulatoriali diminuiscono con il conseguente aumento delle liste di attese per controlli, ecografie e visite specialistiche.
Solo per fare alcuni esempi ci sono 137 giorni di attesa per un ecg elettrocardiogramma, 117 per una visita cardiologica e circa 127 per una visita di controllo cardiologia, per una ecocardiografia ci vogliono 168 giorni (5 mesi e mezzo). L’elenco è lungo e si passa dai 151 giorni per una visita reumatica ai 289 per un ecodopple. Ma oltre all’ospedale c’è un intero sistema che funziona poco e che ingolfa il già difficile lavoro dei medici ospedalieri. Sono tantissimi i codici bianchi che arrivano all’Annunziata, visite che potrebbero essere effettuate dal medico di famiglia o nelle unità mediche di base. Al Pronto soccorso mancano 20 medici su una pianta organizza di 54. E così per non lasciare scoperto il centro nevralgico, il crocevia dell’ospedale, l’azienda sanitaria ha deciso di utilizzare la mobilità di urgenza.
E i reparti che vengono privati di ulteriori medici che fanno? I turni si dilatano, il notturno che va dalle 20 alle 8 diventa un turno fino a mezzogiorno, stessa cosa per quello del giorno. I medici chiedono un intervento di Giuseppe Scopelliti, nella sua qualità di commissario al piano di Rientro, per chiedere al tavolo Massici una deroga del turn over.
E a proposito di organico, l’Asp non può attivare 166 posti letto previsti, perché mancano unità mediche.
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