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MATERA – C’è chi, come la Community di Matera 2019, lo ha ricoperto di lana colorata. Chi lo ha contestato facendone una battaglia di civiltà, come molte associazioni materane.
Il ponte in ferro di Vico Commercio (opera dell’ingegnere Antonello Pagliuca che vinse il concorso indetto dal Comune nel 2007, ndr.) è ancora oggi la spina nel fianco del Comune di Matera e una questione ancora aperta su cui è il momento di dire basta.
A chiarire, una volta per tutte, lo stato dell’arte è l’assessore comunale all’Urbanistica Ina Macaione, già componente della commissione che valutò quell’opera e oggi responsabile del settore, per la quale la soluzione a questo impasse sta in un progetto su due fronti: il primo è quello della destinazione di quell’opera, il secondo riguarda la complessiva riqualificazione di un’area che con quel ponte non ha certo ottenuto una trasformazione epocale.
Il futuro di quella struttura, secondo l’assessore, è già segnato e porta direttamente all’abbattimento della struttura di Vico Commercio.
«La cosa giusta da fare è eliminarlo.
Abbiamo sbagliato e dobbiamo porre rimedio.
Bisogna svolgere un lavoro capillare per far comprendere bene cosa sono i Sassi e quale responsabilità ha questa città, a maggior ragione chi ha il compito di dare indicazioni alla collettività e la rappresenta.
Vorrei che finalmente ci si decidesse.
Visto che sono stati spesi soldi pubblici, vorrei che si riutilizzasse la piazzetta che si trova nella zona sottostante il ponte.
Quando ero componente della commissione giudicatrice dei progetti, non avevo votato quello che poi ha vinto perchè avevo intravisto già le problematiche poi si sarebbero presentate.
Non posso nemmeno accettare l’idea, però, che ora ci si trovi in un limbo in cui le opere realizzate restano lì e senza essere utilizzate siano in mano ai vandali. Questo non è più accettabile.
Bisogna avere poche idee ma chiare per poter essere subito operativi».
In questo contesto il destino della piazzetta sottostante quell’opera, è altrettanto importante.
Ina Macaione ha preparato un progetto già sottoposto al Ministero che si è detto disponibile.
L’idea è quella di recuperare quegli spazi e destinarli ad attività commerciali nel settore turistico, a spazi comuni, ad attività culturali estive.
In attesa che i freni burocratici vengano dissolti e si possa procedere all’abbattimento del ponte.
Su questo l’assessore è chiara e decisa. «Alcune associazioni sostengono che intervenendo sulla piazzetta non risolveremo mai il problema del ponte, ma non è così.
Lasciare quella zona abbandonata fino a che non avremo l’autorizzazione a distruggere il ponte, non serve a nessuno – spiega.
L’attuale ringhiera del ponte verrebbe sostituita con una di minore impatto e la zona verrebbe abbellita con alcune piante.
«Intanto si potrebbero dare in concessione gli ipogei a chi ha progetti adatti a quell’area.
Le associazioni, a volte, invece di aiutare l’amministrazione comunale, ci accusano di voler lasciare le cose come stanno.
Non credo che il sindaco voglia tenersi un bubbone di questo genere, a meno che non si debba attendere di risolvere problemi burocratici.
Il ponte migliorerebbe il percorso e garantirebbe un altro utilizzo dello spazio degli ipogei nei quali oltre alle botteghe potrebbero trovare spazio venditori ambulanti».
Secondo l’assessore lo spazio potrebbe essere utilizzato anche per una fruizione serale.
«In questo modo, quella zona diventerebbe civile, rispetto a questa offesa.
Il futuro abbattimento non comprometterebbe ciò che verrà realizzato nella parte sottostante.
Mentre si completano le pratiche, per me è fondamentale, che quegli spazi vengano utilizzati, così come vorrei che diventassero fruibili anche altri spazi in città che al momento sono abbandonati».
Il caso del ponte di Vico Commercio aveva provocato reazioni soprattutto da alcune associazioni (Brio, Mutamenti a Mezzogiorno, Città plurale e Alba, ndr) che, nel marzo del 2013 avevano promosso una raccolta di firme che fu inviata all’Unesco insieme alla segnalazione del ponte in metallo.
La battaglia è andata avanti, così come quella di Pio Abiusi che non ha mai sottovalutato il simbolo negativo di quell’opera in metallo nel cuore antico dei rioni di tufo.
Grande attenzione è stata dedicata a questo tema dal Soprintendente ai Beni architettonici e Paesaggistici che segue l’evolversi della situazione anche in queste ore, in continuo contatto con l’assessoreMacaione.
Si può dire, dunque, che siamo alle ultime schermaglie di una battaglia civica scatenata da una struttura metallica che fa bella mostra di se’ a pochi passi dalla piazza della Cattedrale e con affaccio sul Sasso Barisano.
Una vera e propria sfida, insomma, al rispetto del valore inestimabile di un patrimonio come quello dei Sassi che nessuno può ignorare.
a.ciervo@luedi.it
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