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Una richiesta di accesso agli atti e una presunta incompatibilità sono le accuse rilanciate in queste ore da Bergamo e anche da Palermo a proposito di alcune delle sei città prescelte come capitale della cultura 2019.
Non ci sono, al momento, ricorsi veri e propri ma solo la volontà di vederci chiaro espressa a chiare lettere già un mese fa da parte del Comune lombardo escluso.
Anzi negli ultimi giorni dopo le motivazioni il confronto pare essersi ulteriormente allargato tanto che dall’assessorato alla cultura di Bergamo si parla delle «le motivazioni della giuria comunicate al Consiglio direttivo, ci confronteremo e decideremo come impostare il lavoro futuro. Una cosa, però, la devo dire: alcune critiche sono legittime, altre sono decisamente confutabili» spiega l’assessore Sartirani.
Di fatto la polemica a cui nelle ultime ore si è aggiunta anche la posizone del sindaco di Palermo Leoluca Orlando ed i malumori di Pisa che però solo in extremis, e con una certa irritazione anche dei vertici della Regione Toscana, aveva deciso di presentare la candidatura, non dovrebbero sfociare in vere e proprie posizioni ufficiali o comunque cambiare la sostanza delle decisioni anche rispetto a presunte incompatibilità di alcuni componenti della commissione che hanno svolto consulenze per Cagliari o Siena.
Il caso resta aperto, ma è destinato a rimanere fine a sé stesso dimostrando solo come l’obiettivo della capitale della cultura 2019 sia molto ambito ad ogni latitudine.
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