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POTENZA – «Questo è il mio ultimo giorno, sono arrivato ai 65». La telefonata con Nino Cutro, storico volto della Rai inizia così, con un feroce ottimismo a fare da sfondo alla notizia. Cutro va in pensione, a partire da oggi non sarà più di casa alla Rai ma comunque pronto per nuove cose. D’altronde di voglia di fermarsi non ce ne sta neanche un poco: «Continuerò – dice – a fare del volontariato, che è la mia ragione di vita. Sul lavoro qualcosa da fare si troverà, ma da oggi sono ufficialmente un pensionato». Il volontariato e una passione, quella dello scoutismo che ancora oggi è un aspetto imprescindibile dell’esperienza quotidiana di Cutro: «Proprio qualche giorno fa ho trovato una vecchia tessera dell’Agesci di fine anni sessanta. Questo è un aspetto importante della mia esperienza. Sì ma prima di tutto c’è mamma Rai, che lo ha accolto «nel 1979, quando entrai dopo il concorso. All’inizio fui assunto come programmista, poi quando chiusero ci spostarono nella redazione». Praticamente un pezzo importante di storia del giornalismo lucano passa anche da qui. Non a caso Nino Cutro è finito, in maniera ironica e bonaria, anche tra le citazioni del web. Su “Nonciclopedia”, una sorta di enciclopedia ironica e buffonesca alla voce “Potenza” per esempio si parla anche di lui. Un esempio classico di omaggio ai personaggi che in un modo o nell’altro hanno raccontato la Basilicata, ne fanno parte anima e corpo. A Nino abbiamo chiesto di riportare alla memoria qualche avvenimento speciale, ma c’è da fare i conti con la vocazione stessa di giornalista, uno di quelli «che deve mettersi alla prova ogni giorno, stare sulla notizia, trovarla. Diciamo che si è trattato del mestiere perfetto per la mia vita, visto che non riesco a stare dietro una scrivania. Neanche durante il militare ho accettato di essere trasferito in fureria. Eppure è il sogno di ogni soldato restarsene chiusi lì. Il mio no».
E poi ci sono le cose che hanno costruito la storia della regione, come la visita pastorale di Giovanni Paolo II. «Ecco, quello è un momento indimenticabile, c’è stato un momento a Tito che mi sono ritrovato a fianco a lui. Quella è stata un’emozione grande. la porto ancora con me. E poi ci sarebbero le mie interviste ai tanti ragazzi con disabilità, quelle sono cose che toccano il cuore».
Ed eccolo l’altro Nino Cutro, lo scout, quello che si può trovare anche su youtube in un video dove spiega e intervista la squadriglia scout delle lepri. I ragazzi seduti ad un tavolo e Cutro che spunta da un vecchio baule messo in verticale. «Diciamo che ho sempre cercato sempre di unire la mia mentalità da scout con quella di giornalista».
Ed è per questo che i momenti più importanti della carriera sono forse quelli che più sono vicini al modus operandi. C’è però un’altra cosa che non va dimenticata, la Rai non è l’inizio di tutto, prima di questo Cutro è stato un giornalista della carta stampata. «Iniziai proprio nell’Agesci, sul giornale dell’associazione. Lì ho mosso i miei primi passi». E poi nel 1979 il grande salto dalla carta stampata al video. «Anche quello – dice Cutro – lo ricordo con una certa emozione. Quel salto, quel cambio di esperienza dalla carta stampata è comunque stato un momento importante».
E adesso Nino Cutro dovrà confrontarsi con un altro aspetto della vita, con la chiusura di un ciclo che però porta anche delle novità. C’è un solo punto fisso almeno ora: il volontariato. Questo continuerà a fare da buon giornalista da strada nato tra gli scout.
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