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DUE nodi cardine: il Vibonese e il porto di Gioia Tauro. La Dia, Direzione investigativa antimafia nell’ultima relazione semestrale presentata in questi giorni dal ministro dell’Interno Angelino Alfano alle Camere, si sofferma sulla provincia di Vibo Valentia affermando che «è certamente tra le province calabresi quella ove il condizionamento mafioso raggiunge livelli di maggiore pervasività». 

La relazione, che prende in esame l’intera situazione delle mafie su tutto il territorio nazionale, dedica un intero capitolo al territorio vibonese dove «le attività economiche risentono dell’asfissiante controllo della ‘ndrangheta che nell’area in questione si identifica nell’influente sodalizio dei Mancuso». Secondo la Dia, le operazioni antimafia condotte nel 2013 nel Vibonese «hanno dimostrato la capacità della cosca di insinuarsi nei gangli della pubblica amministrazione attraverso propri referenti istituzionali e di infiltrarsi nell’economia reale attraverso proprie società con la connivenza di imprenditori compiacenti. Le indagini hanno accertato che esponenti di spicco della famiglia Mancuso, attraverso società con sede all’estero a loro riconducibili, operavano sul mercato immobiliare turistico-residenziale calabrese, riciclando ingenti somme acquisite illecitamente». La relazione offre inoltre una nuova ed inedita chiave di lettura su diversi fatti di sangue consumati sullo scenario criminale vibonese.

E un’ampia sezione è dedicata anche al porto di Gioia Tauro: «Nell’ambito del mandamento tirrenico – è scritto – il porto di Gioia Tauro continua ad essere punto di transito per l’introduzione sul territorio nazionale di cocaina proveniente dal Sud America», con il predominio dei clan Piromalli di Gioia Tauro e Pesce-Bellocco di Rosarno, cosche «oggetto del contrasto investigativo». Per quanto riguarda la provincia reggina viene segnalato che il «comprensorio di Sinopoli, Sant’Eufemia e Cosoleto rimane invece sotto l’influenza della famiglia Alvaro», mentre nella «città di Reggio Calabria (mandamento centro) permane la supremazia delle cosche De Stefano, Condello, Libri e Tegano».

Nel mandamento ionico «gli elementi di novità» sono invece dati dal fatto che il 6 maggio 2013 sono stati arrestati «22 appartenenti ad una nuova articolazione territoriale di ‘ndrangheta denominata locale di Gallicianò, frazione aspromontana di Condofuri». I Morabito di Africo per la Dia hanno poi «concentrato i loro interessi sul tratto di costa tra Reggio e Siderno, mentre gli Aquino di Marina di Gioiosa sul tratto fra Siderno e Catanzaro». 

Sotto il profilo strutturale, in provincia di Catanzaro le «aree di maggiore interesse permangono quelle del lametino e del soveratese, mentre nel capoluogo perdura l’equilibrio tra le consorterie criminali di più antico insediamento (Costanzo-Di Bona) ed i sodalizi rom molto attivi nel mercato degli stupefacenti».

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