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Quindici anni di “massimo rispetto”. Quindici anni da Spasulati, che in dialetto significa “spiantati”. Quindici anni “kilometrando”. Nacquero nel nido di Radio Epiro, la celebre radio pirata autogestita di Santa Sofia D’Epiro, da un’esperienza che sembrava poter unire con la forza del messaggio e dell’”effetto-rete” tutte le province del mondo. Dalle enclave italo-albanesi alla Catalogna fino al Centroamerica.
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La propagazione, onde disobbedienti che avvolgono la terra. Da quel piccolo centro arbereshe la Spasulati Band di Fabi il Zalles ha macinato chilometri, dispensando la peculiare ricetta di un reggae declinato in lingua arbereshe. Influenzati naturalmente dalla musica balcanica dall’altra parte del mare, con le esperienze acquisite nella banda del paese, la cultura dj ancora imperante nei sabato del villaggio, la band ha messo a punto un proprio stile, fatto di ska, dub, rock, reggae, in cui ha fuso le remote melodie interiorizzate e l’antica lingua natia, tramandate — le une e l’altra — dai nonni e dalla frequentazione dei gruppi folkloristici locali. Una frequentazione spesso obbligata per un giovane arbereshe che si rispetti, degno di questo nome. Per dirla con l’estrema sintesi del Zalles, ecco i quattro cantoni della Spasulati: “Radio Epiro, La Famiglia, il bar e la scuola”, per una patchanka calabro-albanese originale.I tre lustri di vita, con quattro album all’attivo l’ultimo dei quali “La vida” (2012), vari cambi di formazione e di etichetta prima di approdare alla calabrese MK Records, sono oggi sottolineati e festeggiati da un disco in download gratuito, dal titolo ”Da Radio Epiro a Papachango”: una raccolta di dodici brani che hanno segnato la loro carriera.
Dalla radio pirata da cui hanno mosso i primi passi (Radio Epiro) al mega-concerto di Piazza Duomo a Milano con Manu Chao (Papachango), l’esperienza elettrizzante che li mise di fronte a un pubblico oceanico. E inoltre, da un tour inedito che porterà i due sopravvissuti del nucleo originario della band, Fabio e suo fratello Carmine “Pizzuti”, con una carovana che attraverserà l’Italia, a esibirsi in concerti sempre diversi con amici, artisti e musicisti svariati. Sarà l’occasione per riascoltare “Motra Jone”, “Mattuni”, “Moti nderroi”, “Durimet”, “Vida”, “Paguec” (colonna sonora del documentario “Musica contro le mafie”), “Massimo rispetto”. Reggae vagabondo e spasulato, canti di emigrazione, racconti e danza. E su tutto una travolgente vitalità.
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