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REGGIO CALABRIA – «Il mio trasferimento non è una macchinazione. Noi prefetti siamo a disposizione dello Stato e del Governo, sempre con le valige in mano». Il prefetto uscente di Reggio Calabria, Vittorio Piscitelli, appena trasferito dal Governo da Reggio Calabria ad altro incarico, ha voluto in questo modo spegnere ogni polemica circa il suo trasferimento messo in relazione con lo scioglimento per contiguità mafiosa del Comune di Reggio. 

Piscitelli spiega che «quando mi destinarono a Reggio lo appresi appena qualche giorno prima. Tutto ciò per dire che il nostro dovere è di andare insindacabilmente dove il Governo ci manda. Peraltro il mio trasferimento è dentro un provvedimento generale di movimento di prefetti, nè, credo, si va a barattare o discutere il proprio utilizzo. Forse c’è chi è più o meno privilegiato, ma i fedeli servitori dello Stato, ripeto, stanno sempre con le valige in mano. Mi è stato affidato un incarico di grande rilievo, prestigioso, tra i più alti dell’amministrazione e onorerò questa disposizione con il solito impegno di sempre».
Sul futuro della città Piscitelli ritiene di «vedere bene il futuro di Reggio, e la messa in piedi dei Bronzi di Riace è il simbolo del riscatto di questa città, un processo dove il rapporto tra i cittadini e le istituzioni deve essere sempre più forte, come nel caso della Commissione d’accesso al Comune di Reggio, servita per aprire gli occhi ai cittadini su qualcosa che non andava per il verso giusto. Sono comunque dell’idea – ha poi proseguito – che lo scioglimento dei comuni significa qualcosa che va contro il cittadino, ma è anche vero che in molti tornino ad essere rieletti». 
Per quanto riguarda la strutture degli enti locali, poi, Piscitelli ha affermato la necessità, a suo modo di vedere, di «ripristinare i controlli di legittimità e di merito sugli atti degli enti locali, rivedendo la riforma dell’art. 112 della Costituzione». 
Il prefetto ha inoltre sottolineato «il programma straordinario del Governo per Reggio e la Calabria, cui ha destinato un finanziamento straordinario di dieci milioni di euro ai fini della sicurezza incrementando la presenza delle forze dell’ordine e dei livelli investigativi e potenziando le strutture degli Uffici di Procura. Qui a Reggio – ha concluso – ho fatto una esperienza che mi ha risvegliato l’orgoglio di rappresentare lo Stato in un momento delicato, difficile, ma in cui faceva cose importanti».
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