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POTENZA – La Confcommercio di Potenza, qualche anno fa, aveva avvertito: «Quello che vedete adesso è solo l’effetto psicologico della crisi, quella vera e propria deve ancora farsi sentire».
Chè ne dicano gli economisti, che cominciano a parlare di ripresa, seppur lenta, questo 2014 a Potenza non manifesta alcun cenno di miglioramento.
I saldi invernali, partiti ieri in tutta la regione, registrano un calo rispetto agli anni passati. E’ quanto raccontano gli esercenti della città, ma è un effetto visibile a occhio nudo.
I negozi sono semivuoti. Anche quegli articoli un tempo presi d’assalto, come l’intimo, continuano a rimanere riposti nelle vetrine. Così, molti hanno deciso di azzardare subito con il 50 per cento dello sconto. Una novità.
A ben guardare, però, la metà prezzo in sempre più casi è usata come specchietto per le allodole. Pubblicizzata con manifesti che ricoprono l’intera vetrina, di fatto lo sconto viene applicato su pochissima merce. Mentre rari sono gli sconti del 20 per cento, diffusissimo è invece quello del 30.
Peccato, infine, che solo qualcuno – come per legge – indichi sul cartellino il prezzo iniziale e quello finale. Un altro fattore che scoraggia il cliente all’acquisto, contrariamente a quanto possano pensare i negozianti, senza contare il fatto della mancata trasparenza. Questi saldi invernali, in sostanza, appaiono piuttosto giù di corda.
«E’ il cane che si morde la coda – dice A. T., commerciante del centro storico – nel timore di avere troppa merce invenduta ordino sempre meno capi così il cliente spesso se acquista qualcosa che gli piace davvero o gli serve a inizio stagione, ai saldi non mette proprio piede nel negozio. Qualcun altro, non contento, non acquista né con gli sconti né a prezzo pieno.
Ma meno gente viene e più si riducono gli incassi e di conseguenza gli ordini. E’ così ormai già da qualche anno».
Una tendenza, questa, confermata anche dai clienti. Afferma Rosaria Ostuni: «Le cose con lo sconto maggiore spesso sono postdatate e fuori moda. Per il resto, l’offerta è davvero scadente. Si arriva al saldo con poca merce e poche taglie. Non credo perché abbiano venduto in precedenza. I negozi sono quasi deserti tutto l’anno. Secondo me è perché non si riforniscono, nel timore di non vendere e non rientrare nelle spese».
C’è poi la questione dei prezzi. «Nei pochi negozi di qualità che ci sono – continua – è impossibile acquistare un paio di scarpe a 400 come a 250 euro. Il problema è che manca la via di mezzo, il giusto rapporto qualità prezzo».
Rosaria è una delle tante che di conseguenza si trasferisce nelle regioni vicine a caccia di occasioni negli outlet: Campania, Puglia, Lazio. Molte agenzie di viaggio organizzano perfino i pullman per questo nuovo turismo dello shopping. Un fenomeno che sembra aver preso molto piede tra i potentini. Le richieste, da questa fetta del terziario, sono pertanto quelle di sempre: posticipare la data dei saldi almeno a febbraio, come un tempo. Dai cittadini, di contro, la possibilità di usufruire della politica degli sconti tutto l’anno.
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