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IL milleproroghe ha concesso ancora un po’ di tempo, spostando alla fine del 2014 il limite per l’affidamento del servizio di smaltimento rifiuti in house providing. Così i consiglieri comunali di Potenza hanno deciso di prendersi qualche giorno in più per studiare la cosa e poi varare il provvedimento, già approvato in commissione.

All’Acta avrebbero voluto cominciare subito, per rafforzare l’indirizzo di rilancio a cui sta lavorando la dirigenza. Per ora viene prorogato il vecchio affidamento. Ma in Municipio giurano che è questione di pochi giorni.

Silvio Ascoli è il nuovo direttore generale della spa a totale capitale comunale. Qualche mese fa il sindaco Santarsiero ha deciso di sostituire il cda di nomina politica con una squadra di funzionari già interni all’amministrazione. Ad Ascoli, già dirigente Acta, operativo nell’emergenza rifiuti in Calabria, la direzione.

Con che clima comincia il nuovo corso dell’azienda?

«Il personale è pronto a rimboccarsi le maniche, anche per rilanciare l’immagine dell’Acta, per dimostrare di avere capacità e competenze».

Che cosa ha pensato quando l’hanno messa a capo dell’azienda?

«Guardi, non è più tempo di utilizzare le società partecipate dal pubblico per sistemare equilibri politici, non possiamo più permettercelo. E poi perché non cominciare a fare del pubblico un servizio competitivo? Ecco, mi ripeto sempre queste cose».

Nella nuova ipotesi di contratto, l’Acta allarga l’offerta: pulizia fontane, manutenzione verde pubblico. Ma basterà il personale, fatto soprattutto di amministrativi, a garantire i servizi?

«Non chiediamo aumento di corrispettivo al Comune e il personale è pronto a rimboccarsi le maniche. Sanno tutti che serve maggiore flessibilità, nel rispetto del proprio inquadramento, certo,  ma mettendo la propria professionalità a disposizione di più servizi».

Sembra convinto che l’azienda possa farcela…

«Mi sembra di trovare personale pronto a raccogliere la sfida. Tutti quanti sappiamo che il mondo è cambiato, che il lavoro non è più scontato. Abbiamo tutti voglia di un rilancio».

Il primo obiettivo che ha in testa?

«In realtà ce ne sono tre. Il primo riguarda la sede dell’Acta, oggi in locazione. Dobbiamo completare il trasferimento alla sede di proprietà in via della Siderurgica per liberare risorse, da re-investire».

Avrà già un’idea sul dove reinvestire.

«La logica è sempre la stessa: basta con l’idea che i servizi complessi siano solo per i privati. Potremmo, per esempio, realizzare un piccolo impianto di messa in riserva di rifiuti non pericolosi, dove stoccare a un primo livello materiali come gli imballaggi. E magari raccogliendo anche da altri comuni».

Passiamo all’obiettivo numero due.

«Il porta a porta: deve partire. Nel primo semestre chiuderemo le gare per l’approvvigionamento di mezzi e attrezzature (finanziate da Regione e Ministero con più di 5 milioni di euro, ndr). Tra giugno e luglio comincerà la distribuzione dei contenitori nei quartieri dove partirà la sperimentazione. È evidente che in questo caso ci muoviamo con l’ente. Servirà una campagna di sensibilizzazione e una forte collaborazione dei cittadini».

Il terzo obiettivo?

«Abbiamo chiesto all’amministrazione di poter gestire un “pezzo” dell’inceneritore, fermo ormai da anni. Potremmo riattivare la fase di pre-selezione e fare le veci della piattaforma privata a cui oggi portiamo i rifiuti, che poi prendono la via delle discariche».

Nel frattempo, però, la quotidianità del servizio non eccelle. In questi giorni i cittadini lamentano disservizi in molte zone della città. A pochi giorni, tra l’altro, dal pagamento della Tares che il Comune ha deciso di aumentare.

«Ancora una volta, tutto torna in un contesto che dovrà puntare sul pubblico. Oggi ci appoggiamo su impianti privati che nei giorni di festa non lavorano, mentre l’Acta fa raccolta perché sono giorni di maggiore accumulo dei rifiuti. Questa discrepanza ha creato il disagio. Sono convinto che permettere al pubblico di gestire l’intero ciclo porterà benefici e una maggiore  efficienza». 

s.lorusso@luedi.it

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