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BASILICATA e Campania capofila per l’apertura dei saldi invernali, in tutte le altre regioni l’appuntamento è fissato per il 4 gennaio, con l’eccezione della Sardegna che ha anticipato la data di inizio al 6 dicembre 2013 per le zone colpite dall’alluvione.

Con sconti iniziali tra il 30 e il 40% si spera nella ripresa dopo un anno difficile. Secondo le stime dell’Ufficio Studi di Confcommercio, ogni famiglia, spenderà 340 euro per l’acquisto di capi d’abbigliamento, calzature ed accessori, per un valore complessivo di 5,4 miliardi di euro, pari al 18% del fatturato annuo del settore. Secondo Fismo-Confesercenti invece la spesa media a persona si attesterà sui 155 euro. Saranno i più convenienti degli ultimi dieci anni – sottolinea l’associazione – con sconti a partire dal 30-40% da subito.

Inoltre sarà anche l’occasione per recuperare il calo di vendite di Natale e per invertire il trend.

Il Codacons sottolinea che otto negozianti su dieci a Napoli, Milano e Roma hanno già avviato i saldi dal 30 dicembre, in anticipo sulla data ufficiale. Si va da chi mette sfacciatamente le scritte promozionali in vetrina, a chi si ingegna inviando ai clienti sms, letterine, tessere sconto fino a chi, molto più semplicemente, abbassa il prezzo al momento dell’acquisto. In particolare, sottolinea l’associazione dei consumatori, i saldi sono già iniziati dell’85% dei negozi di Napoli (complice la partenza anticipata al 2 gennaio), l’80% di quelli di Roma ed il 75% di quelli di Milano (era il 65% il 27 dicembre). Ma questa tendenza si è registrata anche in Basilicata.

Secondo l’Osservatorio Federconsumatori infine il numero delle famiglie che si dichiarano propense ad acquistare a saldo sarà pari ad appena il 36%-37% di esse, ossia circa 8,9 milioni nuclei in totale. Ci sarà, inoltre, una forte diminuzione della spesa per i saldi, pari all’11,3%, rispetto allo scorso anno quando vi era già stata una contrazione del 18,8%.

LE REGOLE

L’Intesa dei Consumatori (Adoc, Adusbef, Codacons, Federconsumatori) presenta il decalogo aggiornato con le ultime norme di riferimento e le vecchie, ma sempre valide, regole d’oro per fare buoni affari:

1) Conservate sempre lo scontrino: non è vero che i capi in svendita non si possono sostituire. Il negoziante è obbligato a sostituire l’articolo difettoso anche se dichiara che i capi in saldo non si possono cambiare. Ma la grande novità è che non c’è più bisogno, come stabilito dall’art. 1495 del cod. civ., di denunziare “i vizi al venditore entro otto giorni dalla scoperta”. Il D.lgs n. 114/1998 ha stabilito, infatti, che il consumatore deve denunciare “al venditore il difetto di conformità entro il termine di due mesi dalla data in cui ha scoperto il difetto”.

2) Le vendite devono essere realmente di fine stagione: la merce posta in vendita sotto la voce “Saldo” deve essere l’avanzo di quella della stagione che sta finendo e non fondi di magazzino. Diffidate degli sconti superiori al 50%: spesso nascondono merce non proprio nuova.

3) Servitevi preferibilmente nei negozi di fiducia o acquistate merce della quale conoscete già il prezzo o la qualità.

4) Diffidate delle vetrine coperte da manifesti che non vi consentono di vedere la merce. Verificate che il prodotto offerto in vetrina sia lo stesso che vi verrà presentato in negozio. La merce “vecchia” offerta in saldo deve essere separata dalla nuova.

5) Pubblicità. Ricordate che sulla merce è obbligatorio il cartellino che indica il vecchio prezzo, quello nuovo ed il valore percentuale dello sconto applicato; il prezzo deve essere inoltre esposto “in modo chiaro e ben leggibile” (Dlg n. 114/98).

6) Prova dei capi:  diffidare dei capi di abbigliamento che possono essere solo guardati e non provati.

7) Consigli per gli acquisti. Non fermatevi mai al primo negozio che propone sconti, ma confrontate i prezzi con quelli esposti in altri esercizi.

8) Negozi. La merce “vecchia” offerta in saldo deve comunque essere separata dalla “nuova”.

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