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POTENZA – “Con l’accordo tra Fiat e Veba, lo stabilimento di Melfi diventa l’avamposto della sfida della globalizzazione del mercato dell’auto. Non a caso il marchio Jeep, il brand del gruppo che ha la maggiore riconoscibilità a livello globale e sinonimo esso stesso di una tipologia di prodotti, è il “cuore” di tutta l’operazione”. Lo sostiene il segretario regionale della Basilicata della Uilm, Vincenzo Tortorelli.
“Gli obiettivi Fiat-Chrysler – ha evidenziato il rappresentante sindacale – parlano di 150 mila Jeep e 130 mila Fiat, e sono il risultato del già annunciato investimento di un miliardo fatto dalla Fiat per il rilancio della produzione italiana. Per quanto riguarda i programmi di produzione a Melfi delle piccole suv Fiat e Jeep, essi si basano sul quadro di mercato previsto dagli analisti per i prossimi anni, che indicano in 500 mila i piccoli suv venduti in Europa a partire dal 2015, contro i 154.461 del 2012”.
Secondo il segretario della Uilm lucana, “dall’operazione di fusione Fiat-Chrysler, per Melfi, c’è una doppia certezza per l’occupazione e per le produzioni che partiranno dalla primavera in Italia e che dovrebbero essere presentate già al Salone dell’Auto di Ginevra a marzo. Il sindacato dei lavoratori metalmeccanici della Uil pertanto trova occasione per rinnovare l’orgoglio dei lavoratori di Melfi di appartenenza al gruppo Fiat-Crysler che conferma la scelta degli investimenti sul territorio nazionale e con essa la prospettiva a favore di nuovi volumi produttivi in Italia. Il nostro auspicio è che – ha concluso – il mondo politico lucano e le istituzioni da esso governate comprendano a pieno l’importanza di dedicare la massima attenzione al polo dell’auto a Melfi, come condizione strutturale per riprendere a crescere e superare il momento drammatico che stiamo vivendo”.
“Positivo” anche il giudizio dalla Fim Cisl lucana. “L’intesa da noi fortemente auspicata è doppiamente positiva – ha evidenziato il segretario reggente Leonardo Burmo – perché consente alla Fiat di proseguire con il piano di investimenti negli stabilimenti italiani e perchè con l’acquisizione del controllo totale di Chrysler il Lingotto diventa a tutti gli effetti un costruttore globale. Anche se l’acquisizione del costruttore americano non ha effetti diretti su Melfi – ha proseguito – è anche vero che il rafforzamento della dimensione internazionale del gruppo e l’integrazione finanziaria con il ramo americano apre interessanti prospettive di crescita in tutti gli stabilimenti, a partire da quelli, come Melfi, che produrranno per il mercato mondiale”. (ANSA)
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