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 TRA LE MIGLIORI REGIONI italiane per trasparenza sanitaria c’è anche la Basilicata che occupa un brillante secondo posto dietro il  Friuli  Venezia-Giulia e prima di  Valle d’Aosta e Lombardia. 
Ben sette  aziende sanitarie – di cui 4 in Campania – sono ancora all’anno zero  sulla, mentre 14 rispettano tutti i parametri di legge. 
La nuova fotografia della trasparenza nella sanità italiana, con i dati  aggiornati al 28 dicembre, arriva da “Riparte il futuro”, campagna  promossa da Libera e Gruppo Abele, attraverso l’iniziativa “Salute:  obiettivo 100%“, il primo monitoraggio civico delle 240 aziende  sanitarie italiane. 
Le Asl vengono classificate in base a un punteggio che misura,  in sintesi, il livello di applicazione della legge 190/2012 sulla  lotta alla corruzione.
 Tre, in particolare, gli adempimenti a cui è  tenuta, entro il 31 gennaio 2014, ogni azienda sanitaria: nominare il  responsabile locale anticorruzione; pubblicare online il Piano  triennale anticorruzione; fornire informazioni complete sui vertici  dell’organo di indirizzo politico (direttore generale, direttore  sanitario, direttore amministrativo). 
I dati mostrano il solito Paese diviso in due, con 10 Regioni  sotto la media nazionale (53%) in fatto di trasparenza e dieci che la  superano.
 In testa alla classifica delle Regioni più virtuose il  Friuli Venezia-Giulia, con un punteggio dell’83%, seguito da  Basilicata (82%). Medaglia di bronzo per la Valle d’Aosta (78%) e  quarta la Lombardia (67%). 
In coda Campania (18%), Molise (19%),  Sardegna (25%) e Calabria (29%). 

 TRA LE MIGLIORI REGIONI italiane per trasparenza sanitaria c’è anche la Basilicata che occupa un brillante secondo posto dietro il  Friuli  Venezia-Giulia e prima di  Valle d’Aosta e Lombardia.

 

Ben sette  aziende sanitarie – di cui 4 in Campania – sono ancora all’anno zero  sulla, mentre 14 rispettano tutti i parametri di legge. 

La nuova fotografia della trasparenza nella sanità italiana, con i dati  aggiornati al 28 dicembre, arriva da “Riparte il futuro”, campagna  promossa da Libera e Gruppo Abele, attraverso l’iniziativa “Salute:  obiettivo 100%“, il primo monitoraggio civico delle 240 aziende  sanitarie italiane. 

Le Asl vengono classificate in base a un punteggio che misura,  in sintesi, il livello di applicazione della legge 190/2012 sulla  lotta alla corruzione. 

Tre, in particolare, gli adempimenti a cui è  tenuta, entro il 31 gennaio 2014, ogni azienda sanitaria: nominare il  responsabile locale anticorruzione; pubblicare online il Piano  triennale anticorruzione; fornire informazioni complete sui vertici  dell’organo di indirizzo politico (direttore generale, direttore  sanitario, direttore amministrativo). 

I dati mostrano il solito Paese diviso in due, con 10 Regioni  sotto la media nazionale (53%) in fatto di trasparenza e dieci che la  superano. In testa alla classifica delle Regioni più virtuose il  Friuli Venezia-Giulia, con un punteggio dell’83%, seguito dalla  Basilicata (82%). Medaglia di bronzo per la Valle d’Aosta (78%) e  quarta la Lombardia (67%). In coda Campania (18%), Molise (19%),  Sardegna (25%) e Calabria (29%). 

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