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ALLA vigilia di Natale, c’è chi è costretto a fare lo sciopero della fame, per stimolare un Governo soddisfatto di aver “mangiato il panettone”.
Parte oggi con una persona che non assumerà pasti, la dura protesta del Comitato Terre Joniche, per sensibilizzare il Governo ad emanare l’ordinanza di riconoscimento dello stato di calamità, come condizione necessaria ad ottenere le prime misure di ristoro dei gravissima danni, provocati al territorio dalle ultime due alluvioni.
Ieri mattina, il Comitato ha installato un gazebo di piazza Vittorio Veneto a Matera e un gruppo di alluvionati è già pronto per avviare una dura staffetta di scioperanti della fame. La giornata di oggi sarà per certi versi decisiva, perchè il Conisiglio dei ministri potrebbe emanare l’ordinanza, interrompendo la grave situazione di ingiustizia sociale che si sta determinando.
Ieri il Comitato ha consegnato al prefetto di Matera, una petizione, rivolta al presidente del Consiglio dei ministri, Enrico Letta, con la quale si chiede di procedere “con urgenza” al riconoscimento dello “stato di emergenza” con la nomina del commissario straordinario e il finanziamento dei primi interventi d’urgenza per le comunità delle aree joniche di Puglia e Basilicata colpite dall’alluvione del 7 e 8 ottobre scorsi. Il portavoce di Terre Joniche, Gianni Fabbris, nel corso di un incontro con i giornalisti, convocato per illustrare le iniziative in corso, «finalizzate ad attivare risorse adeguate per garantire sia gli interventi di soccorso sia per sostenere imprese e famiglie colpite negli ultimi tre anni da eventi calamitosi».
Terre joniche ha attivato un presidio permanente fino alla soluzione del problema, sul quale sono stati sensibilizzati anche i parlamentari, affinchè «ci sia la stessa attenzione riservata a Sardegna e Veneto che, invece, hanno ottenuto immediatamente provvedimenti e risorse». Durante il presidio sono previsti incontri con associazioni e cittadini.
«Fra il 7 e l’8 ottobre 2013, le aree fra Puglia e Basilicata Jonica sono state colpite dalla seconda di tre devastanti alluvioni nel giro di meno tre anni. -si legge nel testo della petizione inviata a Letta- Quattro vittime, circa 200 mln di Euro di danni che si aggiungono alle altre tre vittime fra il 2011 ed oggi per eventi alluvionali e a circa mezzo miliardo di Euro di danni per l’alluvione del Marzo 2011.
Fra l’8 ottobre 2013 e il Natale 2013 passano 78 giorni, senza che il Governo da Lei presieduto abbia compiuto gli atti minimi e dovuti in caso di alluvione. Ad oggi manca per la Basilicata il riconoscimento dello Stato d’emergenza, la nomina del Commissario Straordinario, il finanziamento dei primi interventi d’urgenza, i provvedimenti normalmente adottati in caso di disastro naturale come la sospensione di ratei e tributi.
Trovando comunque moralmente esecrabile che in Italia il Governo possa disporre di una assoluta discrezionalità nel decidere quando, se e come intervenire in caso di disastri naturali e condividendo il documento che il Comitato per la Difesa delle TerreJoniche (il comitato dei cittadini di Puglia e Basilicata che rivendica la messa in sicurezza idrogeologica del territorio Jonico) ha inviato ai presidenti di Camera e Senato ed ai Parlamentari in cui chiede trasparenza negli interventi e denuncia l’odioso riprodursi di Alluvioni di Serie A e Serie B (vedi la pagina con il documento)», alla luce di tutto ciò, chiedono «l’emissione immediata dell’ordinanza».
a.corrado@luedi.it
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