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COSENZA – 

Annullato l’ergastolo a Santo Carelli uno dei boss di Corigliano considerato il reggente del clan dopo Cirillo. Adesso dopo venti anni potrebbe ritornare a casa con una licenza premio. Carelli, accusato di essere il mandante di alcuni omicidi avvenuti tra Corigliano e Cassano per il predominio del territorio, si trova in carcere dal 1993.
Lunedì scorso la Corte di Appello di Catanzaro riunita in camera di consiglio ha accolto le richieste dell’avvocato Emanuele Monte sull’annullamento dell’ergastolo e l’applicazione detentiva di trent’anni.
Nel processo di primo grado che lo vedeva accusato dell’omicidio dell’imprenditore Luigi Lanzillotta, Carelli, per effetto del rito abbreviato, aveva ottenuto la condanna a trent’anni di reclusione. La Corte di Cassazione aveva poi accolto il ricorso della Procura generale facendo passare in giudicato la condanna all’ergastolo. Adesso la nuova decisione riporta la pena a trent’anni di carcere. Dopo aver scontato vent’anni è possibile che Carelli possa beneficiare di una uscita premio per incontrare la sua famiglia.

Annullato l’ergastolo a Santo Carelli uno dei boss di Corigliano considerato il reggente del clan dopo Cirillo. Adesso dopo venti anni potrebbe ritornare a casa con una licenza premio. Carelli, accusato di essere il mandante di alcuni omicidi avvenuti tra Corigliano e Cassano per il predominio del territorio, si trova in carcere dal 1993. Nei giorni scorsi la Corte di Appello di Catanzaro riunita in camera di consiglio ha accolto le richieste dell’avvocato Emanuele Monte sull’annullamento dell’ergastolo e l’applicazione detentiva di trent’anni. Nel processo di primo grado che lo vedeva accusato dell’omicidio dell’imprenditore Luigi Lanzillotta, Carelli, per effetto del rito abbreviato, aveva ottenuto la condanna a trent’anni di reclusione. La Corte di Cassazione aveva poi accolto il ricorso della Procura generale facendo passare in giudicato la condanna all’ergastolo. Adesso la nuova decisione riporta la pena a trent’anni di carcere. Dopo aver scontato vent’anni è possibile che Carelli possa beneficiare di una uscita premio per incontrare la sua famiglia.

LO SCETTRO STRAPPATO A DONNA GINA – L’ascesa di Santo Carelli a Corigliano parte quando riesce a sfruttare cinicamente la forzata assenza del boss Cirillo che si trova al soggiorno obbligato in provincia di Ancona. Nella zona regna il malcontento determinato dalla temporanea reggenza di donna Gina Albano, moglie di Cirillo. L’omicidio di Mario Mirabile, cognato di Cirillo (1990), consacra il potere di Carelli e del locale coriglianese. Dal punto di vista della gestione della cosca, Carelli concede maggiore autonomia alle ‘ndrine perchè pretende di partecipare agli utili solo per gli affari criminali più importanti, sovvertendo di fatto il centralismo di Cirillo. 

LA LUNGA SCIA DI SANGUE SULLO IONIO – Segue un bagno di sangue. Perdono la vita: Giovagnone De Cicco, Filocamo Gaspare, Antonio Russo e, appunto, Luigi lanzillotta. Tutte figure ritenute vicine a Cirillo. Una prima battuta d’arresto la onorata società coriglianese la subisce con le inchieste Big Fire – Set Up (2000). Con i coriglianesi in cella, gli zingari cassanesi prendono corpo. Gli Abbruzzese si alleano con la famiglia Pepe. Pepe Damiano è un santista di rispetto, è stato un uomo di Cirillo, si avvicina a Carelli che gli chiede una prova di fedeltà per cui gli ordina di sparare contro Luigi Lanzillotta.  L’omicidio Lanzillotta avvenne il 9 gennaio del 1993. L’imprenditore di Cassano era ritenuto vicino al clan Cirillo rivale di Carelli. Fu assassinato nel salone del barbiere mentre si trovava sulla poltrona in attesa di essere rasato. Un sicario arrivò a bordo di una moto e lo freddò con due colpi di pistola.

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