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POTENZA – Quando hanno fatto domanda erano solo un commercialista di Corleto; uno studente di 23 anni di San Martino d’Agri (col cognome che tradiva i suoi natali politici illustri); più una ditta di proprietà dello stesso commercialista, con un magazzino da affittare e un’iscrizione per la «coltivazione di piante d’ulivo». Tanto è bastato per ottenere un contributo di 447mila euro a dicembre del 2010. Ma il termine fissato per la fine del progetto – di durata trimestrale – era a giugno del 2011. Invece i soldi sono cominciati ad arrivare soltanto ad aprile di quest’anno. A giusto un mese dall’ingresso in società del figlio del sindaco di Corleto, l’ultimo degli “innesti” dopo la ditta di Pasquale Criscuolo e la moglie di Sergio Polito, un top manager dell’impresa che sta realizzando il nuovo Centro oli della Total, proprio a Corleto Perticara.
IL PROGETTO
A vederli da fuori si direbbe che sono affari di famiglia e basta, quelli dei due Robortella, più il giovane Gerardo Fiore-Vicino figlio di Rosaria, e della signora Palma Augusto (in Polito). Eppure i fondi dietro alla costruzione del centro servizi della Outsourcing srl nell’area Pip di Guardia Perticara sono anche pubblici. Almeno per la metà. Grazie a Sviluppo Basilicata, che 3 anni orsono ha deciso di scommettere su un progetto che adesso finalmente sembra decollare.
IL RITARDO
La causa del ritardo di quasi un anno e mezzo, a leggere la scheda pubblicata dall’autorità di gestione del Programma operativo del Fondo europeo per lo sviluppo regionale, non si capisce.
Il bando pubblicato a fine 2009 tra gli «obblighi del beneficiario», pena «la decadenza dalle agevolazioni», prevedeva l’avvio degli investimenti «entro il termine perentorio di 60 giorni dalla data di ricezione del provvedimento di concessione».
Inoltre stabiliva di «ultimare il programma di investimento agevolato (…) entro il termine perentorio di 12 mesi ove non sia prevista la realizzazione di opere murarie o entro il termine perentorio di 24 mesi nel caso in cui l’investimento preveda la realizzazione di opere murarie».
Tutto a decorrere dalla data di ricezione del provvedimento di concessione del contributo, che in questo caso dovrebbe essere avvenuta a gennaio del 2011.
LA DEROGA
Unica eccezione prevista per differire i termini: delle «motivate esigenze», ma vagliate e approvate non più da Sviluppo Basilicata, bensì dalla stessa Giunta Regionale.
Vale a dire che se a oggi non si è ancora “chiuso” persino il governatore uscente Vito De Filippo e i suoi ex assessori devono essersi visti passare delle carte di questa ditta di Guardia Perticara. Chissà quanto consapevoli di chi celasse al suo interno.
In primis, fino a giusto due settimane fa, c’era il figlio di un consigliere regionale di maggioranza come Pasquale Robortella. Democratico tra i più vicini al presidente. Almeno fino a quest’estate, e al veto sulle ri-candidature degli imputati nel processo per i rimborsi pazzi, che ha portato alla “rottura” del consigliere di San Martino d’Agri.
Da qui il sostegno per Marcello Pittella alle primarie, e la candidatura del suo primogenito Vincenzo nella lista provinciale del nuovo governatore.
Ed è proprio lui l’ex studente della Outsourcing srl, che ora si appresta a entrare in consiglio regionale per prendere il posto del padre da neolaureato e gli appena ceduto le quote in società.
Anche il percorso del sindaco di di Corleto Rosaria Vicino sembra per tanti aspetti simile. E i flussi elettorale della prossima capitale del petrolio nella Valle del Sauro sembrano averlo assecondato.
L’ASSE
Alle primarie per la scelta del candidato governatore del centrosinistra, quand’era ancora una “defilippiana” doc, Corleto è stato uno dei pochi paesi in cui Piero Lacorazza ha preso quasi 3 volte i voti di Marcello Pittella: 447 contro 173.
Poi però sembra essere successo qualcosa, e il 17-18 novembre il candidato di riferimento di De Filippo nella lista del Pd, Carmine Castelgrande, ha preso solo 46 preferenze. Lacorazza 16. Mentre il giovane Vincenzo Robortella, nella lista Pittella Presidente, 327: oltre un decimo di quelli raccolti in tutta la provincia, che gli sono valsi il biglietto di ingresso nel parlamentino lucano. Persino di più dei 242 raccolti nella “sua” San Martino d’Agri, dove il padre è stato a lungo primo cittadino.
Quello tra i due paesi e le famiglie dei Robortella e dei Fiore-Vicino sembra quindi non solo un’asse d’affari, ma anche politico. Sempre che l’ordine non sia invertito.
Un’asse che si allunga fino a Viggiano, dove è nato Robortella senior e hanno sede diverse delle società di Pasquale Criscuolo. Oltre che l’Assoil School guidata da Sergio Polito. Tutte attività che ruotano attorno alle estrazioni di petrolio dell’Eni nella zona.
CAPITALI FRESCHI
Piuttosto che l’ingresso in società di Vicino junior, arrivato solo a marzo di quest’anno, è il loro quello che sembra aver “sbloccato” la situazione. Col contributo già stanziato che non veniva erogato perché il programma d’investimento non partiva.
Sul sito della società si parla di un’ampliamento della «base sociale con l’ingresso di altri soci tra cui la F.lli Criscuolo snc (della signora Augusto-Polito nemmeno una parola, ndr), già attiva nel settore della logistica e dell’office center in Val d’Agri costituendo uno degli operatori economici più dinamici e innovativi nella fornitura dei servizi nei predetti settori».
In realtà il “core business” del gruppo Criscuolo è ben altro, ossia la commercializzazione di prodotti petroliferi e la gestione dei rifiuti, prodotti dal ciclo delle estrazioni e non solo. Ma poco importa.
OLIVE E OFFICE CENTER
Infatti oltre all’esperienza in «office center» i due nuovi soci hanno portato capitale e disponibilità economiche, molto più di quante non ne avessero prima da soli: il giovane Vincenzo Robortella, la dottoressa Antonia Maria De Carolis e la sua General Services srl, con tutto il capannone e gli attrezzi per la raccolta delle olive.
Ebbene sì. Alla camera di commercio la commercialista e il socio risultano ancora iscritti come «impresa agricola», ma per nome hanno scelto una roba che fa tanto new economy.
D’altronde anche “Sviluppo Basilicata” è solo un’etichetta, perché la sostanza è tutta da verificare, se qualcuno avesse voglia di farlo, nel medio-lungo periodo. Intanto però i soldi vengono stanziati e prima o poi arrivano, anche se cambiano gli interlocutori, nonostante le minacce di decadenza dei contributi.
Tutti gli imprenditori di tutta la Regione se lo ricordino bene.
l.amato@luedi.it
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