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ROMA – Un miliardo 303 milioni e 580mila euro di sequestri e due miliardi 747 milioni e 782mila euro di confische. Sono i risultati raggiunti dalla Direzione Investigativa Antimafia nel 2013. Presentati questa mattina alla stampa nella sala Aldo Moro della Camera, alla presenza della presidente Laura Boldrini, del direttore della Dia Arturo De Felice, del procuratore nazionale Antimafia Franco Roberti e della presidente della commissione Antimafia Europea Sonia Alfano, questi numeri sono stati possibili grazie ai principali strumenti normativi a disposizione. E quindi: il codice di procedura penale ma anche il nuovo codice antimafia, ovvero il decreto legislativo 159/2011, e il decreto legge 306/1992. 

Nel dettaglio, i beni sequestrati grazie al decreto 159/2011 ammontavano a un miliardo 93 milioni 903mila euro, mentre quelli sequestrati in base all’articolo 321 del codice di procedura penale sono stati pari a 209 milioni 676mila euro. Le confische di beni realizzate con il nuovo codice antimafia sono ammontate a due miliardi 691 milioni 225mila euro, mentre quelle in base al Dl 306 del 1992 sono state pari a 56 milioni 556mila. 
Tra le varie organizzazioni criminali, quella più colpita dalla misura del sequestro è stata la ‘ndrangheta con oltre 806 milioni di beni, seguita dalla Camorra con oltre 310 milioni di beni. Per quanto riguarda invece le confische, la più danneggiata è stata Cosa Nostra con oltre 2 miliardi 363 milioni di beni. “E’ stato un anno di record per i risultati raggiunti”, ha detto De Felice. Soddisfatto anche Roberti, che ha aggiunto: “si tratta di ottimi risulati”.
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