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CATANZARO – Rientra, per il momento, la protesta dei lavoratori precari calabresi. Sono stati tolti, infatti tutti i blocchi stradali e i presidi attuati in diverse zone della Calabria nell’ambito della mobilitazione indetta da Cgil, Cisl e Uil, la decisione è giunta in seguito all’impegno comunicato ai sindacati dal Governo di convocare tra domani e venerdì il tavolo tecnico nazionale sul precariato. I sindacati, in merito alla vertenza Lsu-Lpu che in Calabria interessa circa 5.500 persone impegnate in molti enti locali della regione, lamentano risposte insufficienti per quanto riguarda le coperture finanziarie e sollecitano anche la Regione Calabria ad assumere un impegno finanziario maggiore per consentire la stabilizzazione dei contratti.
A Palazzo Campanella si è svolto un incontro presieduto da Francesco Talarico, fra i rappresentanti sindacali ed i vertici del consiglio regionale. Vi hanno preso parte anche i capigruppo e l’assessore Demetrio Arena .Le organizzazioni sindacali (al tavolo erano presenti i rappresentanti della Cisl, della Uil, della Cgil e della Ugl) hanno chiesto la stabilizzazione, l’ufficialità del tavolo romano e la firma delle convenzioni, paventando il rischio di un’esplosione della protesta e dell’apertura di una vera e propria macelleria sociale. Il presidente del consiglio regionale, dopo aver evidenziato le difficoltà economiche del bilancio regionale, ha rassicurato i lavoratori e ha ribadito l’impegno di Palazzo Campanella nell’affrontare e risolvere la vertenza chiamando in causa l’assessore Salerno e l’assessore Mancini.
Gli spiragli, quindi sono tutti legati alla convocazione da parte del Governo. Nel frattempo nel corso della mattinata la protesta aveva creato disagi in vari punti della regione con particolare riferimento a Cosenza.
LA PROTESTA A COSENZA – Oltre duecento manifestanti sono partiti dalla sede regionale della Rai e si sono portati fino allo svincolo autostradale di Cosenza Sud, che è stato chiuso preventivamente al traffico per diverse ore. Sul posto ernao presenti una cinquantina di esponenti delle forze dell’ordine in assetto anti sommossa. Il sindacalista Uil Gianvincenzo Petrassi afferma: «Non vogliamo regalie né sussidi a vita, chiediamo il lavoro regolare. Il governo deve mettere in campo accordi che i sindacati hanno già firmato, si deve concretizzare ciò che i rappresentanti hanno ottenuto trattando in unità. I prefetti devono riferire a Roma che la Calabria è esausta». I veicoli leggeri in direzione sud sono stati deviati per tutta la durata della protesta allo svincolo di Montalto quelli in direzione nord allo svincolo di Rogliano. I veicoli diretti a Cosenza, provenienti da Nord, potranno usufruire dello svincolo di Rende.
SIT IN DAVANTI LA SEDE DEL CONSIGLIO REGIONALE – Il gruppo, un centinaio in tutto, di lavoratori Lsu-Lpu che si trovava a Reggio Calabria, invece, aveva inscenato la propria protesta davanti Palazzo Campanella, sede del Consiglio regionale, dove è fissata per oggi una seduta della massima assemblea calabrese. Alla mobilitazione dei lavoratori, organizzata da Cgil, Cisl e Uil, hanno partecipato anche alcuni sindaci. «Siamo qui – hanno spiegano alcuni dei manifestanti – per sensibilizzare le istituzioni competenti e per avviare il tavolo tecnico conquistato con le iniziative di lotta». Assieme agli Lsu-Lpu, nel piazzale antistante Palazzo Campanella hanno stazionato anche una cinquantina di dipendenti dell’Azienda “CalabriaIT”. Per loro, al termine della procedura di messa in mobilità, sembra aprirsi la strada del licenziamento, nonostante Fincalabra spa abbia ricevuto l’ordine di acquisire tutto il personale.
TRAFFICO BLOCCATO A ROSETO CAPO SPULICO. Un’altro gruppo di lavoratori che hanno aderito alla mobilitazione generale di Lsu e Lpu e precariato calabrese ha bloccato il traffico sulla statale 106 all’altezza di Roseto Capo Spulico. Disagi per gli automobilisti si sono registrati fino al permanere della protesta ma una volta tolti i blocchi la situazione si è avviata verso la normalità. Anche in questo caso alla manifestazione avevano preso parte alcuni sindaci dell’Alto Ionio cosentino, che indossavano la fascia tricolore.
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