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POTENZA  – Hanno attestato che la fornitura di computer, stampanti, schermi al plasma e quant’altro, per la biblio-mediateca del centro Nitti, era stata ultimata nei tempi previsti. Peccato che non era vero, e si dà il caso che l’esito della gara fosse stato determinato proprio dal punteggio riconosciuto per chi offriva i tempi di consegna più brevi.

Sono stati condannati a nove e sei mesi di reclusione, con la pena sospesa, il capo dell’area territorio e ambiente del Comune di Melfi, Michelarcangelo Moscaritolo ed Eugenio Monico, titolare dell’omonima ditta specializzata nella fornitura di attrezzature informatiche, software e servizi collegati a privati e pubbliche amministrazioni. 

Lo ha deciso mercoledì scorso il collegio del Tribunale di Potenza, presidente Fabrizio Finamore e giudici a latere Giulio Argenio e Marina Rizzo.

Moscaritolo era imputato assieme al responsabile dell’area infrastrutture e mobilità del Comune, Pasquale Lepore, e a un architetto di Potenza, Mario Pasquale Martorano, anche per omissione di atti e abuso d’ufficio.

Quanto a questo – però – il collegio ha optato per l’assoluzione con la formula più ampia: «perché il fatto non sussiste».

A far partire l’inchiesta da cui è scaturito il processo che si è appena concluso – in primo grado – è stata la denuncia di un imprenditore di Padova, Giuliano Bastianello.

In caso di conferma della condanna Moscaritolo e Monico dovranno risarcirgli i danni, da liquidare in separata sede, più 7mila euro di spese legali.

Bastianello era il grande favorito per la fornitura di arredi e tecnologie per la nuova biblio-mediateca del Centro Nitti: un’affare da 300mila euro finanziato a febbraio da 2005 dalla Regione.

L’anno prima con la sua ditta ne aveva vinta già un’altra, a Moliterno, e il risultato era valso al Comune il premio “una finestra sul mondo” dell’Anci, patrocinato dall’allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.

In più da Melfi si erano rivolti allo stesso architetto che aveva firmato il progetto di Moliterno, Mario Martorano, chiamato anche a far parte della commissione.

Ma all’atto pratico tutte le previsione sarebbero state stravolte.

«Alle ditte concorrenti si richiede di fornire proposte complessive di arredo e forniture tecnologiche». Scriveva Martorano nel progetto a luglio del 2005.

Solo che novembre le gare sarebbero diventate due: una da 115mila euro per gli arredi e un’altra da 120mila per le dotazioni tecnologiche.

Inoltre nel bando sarebbe comparso un nuovo criterio di valutazione: la velocità. Su 50 punti riservati al merito delle offerte, ben 10 spettavano alle ditte che si impegnavano a effettuare la consegna prima dei 120 giorni previsti – di massima -dall’aggiudicazione.

A questo poi andrebbe aggiunto che anche per la presentazione delle buste, nonostante l’obbligo di effettuare un sopralluogo, era stato scelto il termine “breve” di 30 giorni.

Verrebbe da pensare a una corsa contro il tempo, se non fosse che appena due settimane prima il Comune di Melfi aveva bandito una terza gara per la ristrutturazione dell’edificio del centro Nitti. Data prevista per la consegna dei lavori, inclusa la «demolizione e lo scavo di opere in fondazione»: poco meno di un anno.

Allora perché affrettarsi sottraendo punti alla valutazione della qualità delle offerte?

E’ chiaro che a essere svantaggiate sono state aziende come quella di Bastianello, che avendo sede a Padova da un  punto di vista logistico non potevano competere con quelle del posto.

L’avvisaglia delle denunce dell’imprenditore è arrivata in Comune non appena quest’ultimo ha visto la sua offerta, giudicata con il massimo del punteggio per la qualità, superata da quella di Monico per prezzo e tempi di consegna.

La commissione si sarebbe opposta di fronte alle sue richieste di accesso agli atti della gara, di qui l’accusa – e l’assoluzione – per omissione d’atti d’ufficio.

Poi è arrivata la data stabilita per la consegna, il 7  aprile del 2006, e 3 giorni più tardi Monico e Moscaritolo si sono rivisti attorno a una scrivania.

Il primo avrebbe dichiarato di aver ultimato i lavori, e il secondo di aver verificato «il completamento» della fornitura.

S’intende la consegna delle scatole in un magazzino del Comune, perché sebbene il bando prevedesse la messa in opera di tutti gli impianti, nella sede del Centro erano ancora al lavoro gli operai incaricati della ristrutturazione.

In realtà, come avrebbe confessato un fornitore a Bastianello qualche mese dopo, tra il materiale inventariato sarebbe stato mancante un kit per l’attivazione di una postazione informatica per non vedenti. Tant’è che Monico risulta averlo acquistato soltanto a ottobre. E la biblioteca? Tra le carte del processo un documento attesta che il 16 gennaio del 2007, 8 mesi dopo la data prevista dalla gara “super-sprint”, l’installazione e il collaudo delle “dotazioni tecnologiche” non era stato ancora effettuato.

L’inaugurazione invece sarebbe arrivata, con calma. il 15 dicembre del 2007.

 

L’accusa aveva chiesto l’assoluzione per tutti

Aveva chiesto l’assoluzione per tutti gli imputati il pm Francesco Diliso, mercoledì scorso, davanti ai giudici del collegio che alla fine hanno condannato a 9 e 6 mesi di reclusione Michelarcangelo Moscaritolo ed Eugenio Monico.

Diliso è il magistrato che per ultimo ha “ereditato” il fascicolo sulla vicenda dell’appalto per la fornitura di apparecchiature informatiche del Centro Nitti, aperto a Melfi, ormai 7 anni orsono, e arrivato a Potenza a settembre.

Durante la sua requisitoria aveva ridotto le anomalie negli atti di gara a mere «irregolarità», salvo parlare di «illegittimità» più avanti dopo la replica della parte civile rappresentata in aula dall’avvocato Claudio Tedesco.

Alcune critiche erano andate anche alla formulazione del capo d’imputazione nei confronti del dirigente dell’area infrastrutture e mobilità del Comune, e gli altri membri della commissione di gara, oltre all’imprenditore che sarebbe risultato vincitore.

Critiche che il collegio deve aver considerato superate. Le motivazioni della condanna verranno depositate nei prossimi giorni.

l.amato@luedi.it


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