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Diretto, irruento, poco attento al fair play. «Io sono uno senza peli sulla lingua» – diceva spesso.
E proferiva parole ancora più pesanti quando, davanti a una telecamera, dava vita al suo “one man show”: contro tutto e contro tutti.
Era probabilmente quello l’emblema della sua libertà di espressione, della motivazione che lo aveva spinto, ormai 40 anni fa, a inventarsi la radio libera e a essere un precursore del suo genere.
Bonaventura Postiglione non era un personaggio facile, soprattutto, non era una persona di fronte alla quale nasceva spontaneo un feeling. Piuttosto il contrario.
Era però una persona della quale, nel bene o nel male, si parlava: e di questo lui per primo godeva terribilmente.
Era la sua mission che si realizzava ogni qual volta le cose che diceva o pubblicava suscitavano commenti e perplessità.
Al tirar delle somme era un personaggio scomodo, non facile. Neppure da raccontare.
Eppure un totem per il mondo dell’informazione, per quello della radio e dell’editoria nell’intera regione, la cui scomparsa avvenuta ieri a 65 anni, ha lasciato un vuoto pesante in quelle persone che gli hanno voluto bene.
Basta aprire per qualche istante la sua bacheca di Facebook per rendersi conto di quanto “Nino l’istrione” era popolare.
Appunto, istrione, il soprannome con il quale era conosciuto nell’ambiente proprio per la platealità dei suoi interventi e per l’arte innata di saper comunicare alla gente attraverso la gestualità, la spontaneità e la commedia.
Da qualche tempo era però uscito dalla scena per via di una malattia che lo stava fiaccando ed ai più affezionati amici mancava la sua verve polemica su tutti gli argomenti riguardanti soprattutto la sua amata Potenza.
Era una mente aperta, quasi un precursore, tanto da iniziare a trasmettere in radiofrequenza fin dal 1973.
Amava condividere la sua passione per l’eloquio con i sui ascoltatori dei quali recepiva addiritura le idee politiche. E proprio con questa finalità dalla Radio nasce anche l’impegno politico apartitico di Postiglione “Nuovo Progetto – simbolo La Farfalla”, con il quale si candida anche alle elezioni comunali a Potenza, alle provinciali, alle regionali e alle politiche. Quasi cavalcando l’idea di essere un elemento di disturbo per gli amministratori di professione.
Ha vissuto tanti episodi contestati, ha beccato denunce e querele, è stato amato e inviso nello stesso modo. Ha raccolto amicizie e pesanti inimicizie. Ha fatto godere i suoi detrattori quando la sua famiglia, in particolare attraverso il figlio Giuseppe, si è assunta l’onore (vincendo un campionato) e l’onere (facendosi travolgere dal calcio malato) di guidare il Potenza calcio. Insomma, una vita vissuta intensamente e della quale ha lasciato segni tangibili.
I funerali si svolgeranno stamane, alle 10,30, nella chiesa del Cristo Risorto al cimitero di Potenza.
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