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POTREBBE presto essere avviata un’indagine, con l’ipotesi principale di disastro colposo, dopo la drammatica frana che sta interessando la parte sud dell’abitato di Montescaglioso. Il condizionale è ancora d’obbligo, ma pare siano già in corso attività esplorative per capire se e in che misura, possano configurarsi responsabilità oggettive nella determinazione dei presupposti di questo disastro, con pochi precedenti nella storia della Basilicata e del Materano. Per capire di più, la Procura dovrà acquisire quanto prima le relazioni di geologi ed esperti appartenenti alla task force, istituita dalla Regione. In altri termini, l’autorità giudiziaria, che sarebbe stata già interessata al caso, sulla scorta delle indicazioni tecniche emergenti dai verbali, potrà valutare innanzitutto se in quella zona si poteva costruire, poi se tutti i lavori di regimentazione delle acque siano stati eseguiti in conformità all’orografia del sito, dove storicamente si è manifestata la vulnerabilità di quella collinetta.
La strada cosiddetta a scorrimento veloce, infatti, è stata recentemente riqualificata con una ulteriore ripavimentazione a maggio scorso, in occasione del Giro d’Italia. E’ verosimile, insomma, che abitazioni, una grossa attività commerciale e alcune attività artigianali siano state realizzate in una zona esposta al disastro accaduto, oppure che la recente gestione dei flussi di falda, che scorrono sotto la collinetta, non abbia avuto un percorso ed uno sfogo regolare.
Di certo si sa che, come documenta una foto postata su Facebook, da tempo il muro di cinta della scorrimento veloce, si era aperta lungo una giuntura, iniziando a tirare fuori acqua dal terreno soprastante. Su quella enorme lesione, come si evince dalla foto, era stata improvvisata una sorta di intelaiatura metallica a scopo presumibilmente protettivo. Forse un elemento che avrebbe dovuto far riflettere chi di competenza, per capire cosa ci fosse dietro quella improvvisa lesione. Un altro elemento da chiarire è quello relativo al tappo che si è creato a valle e che ancora oggi impedisce in naturale deflusso di falda. Cosa lo determina? In che misura ha influito sull’evoluzione del disastro? Tutti elementi che potrebbero presto essere al vaglio dell’autorità giudiziaria, con varie ipotesi di reato a carico di chi si è occupato della gestione del territorio nell’ultimo decennio.
a.corrado@luedi.it
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