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FERRANDINA- Una strada. Ha divorato una strada il Basento in piena, nell’area industriale di Ferrandina. In quel tratto, alle spalle del capannone della Manifattura italiana divani, non sembra nemmeno che ci sia un fiume. Piuttosto sembra di essere di fronte a un grande lago. L’acqua è torbida e gorgoglia furiosa. Con sé porta tutto ciò che incontra davanti: tronchi, arbusti, pietrisco e persino le casette in legno del percorso naturalistico realizzato tempo fa dalla Provincia di Matera. Urla il fiume e fa quasi paura a sentire la sua voce. Adesso, dopo oltre 48 ore di piogge ininterrotte, si riprende ciò che è suo. Persino la strada. “Lo avevamo previsto- mormorano alcuni tecnici del Consorzio industriale di Matera- ma gli uffici della Regione non ci hanno voluto dare ascolto”. Il riferimento è ai lavori effettuati, nei mesi scorsi, da un privato sulla sponda sinistra del fiume per evitare che i suoi terreni finissero sott’acqua.
Il Consorzio, proprietario della strada inghiottita dal Basento, aveva provato a far notare che quel tipo di terrapieno avrebbe sì protetto quei terreni dalle esondazioni, ma a danno della sponda opposta dove c’è la strada e una serie di aziende e capannoni industriali. Inutilmente, a quanto pare. E la prova dei fatti, purtroppo, gli ha dato ragione: al di là dell’argine sinistro del corso d’acqua è tutto asciutto, dall’altra parte il finimondo.
E’ solo per una pura casualità che si è evitata la tragedia. Laddove la strada ha ceduto, erosa dall’acqua, di solito transitano gli autobus di linea dei lavoratori pendolari. E ci sarebbero passati anche l’altra mattina, ignari del pericolo, se un imprenditore della zona, preoccupato per la pioggia incessante, non avesse deciso di effettuare un sopralluogo al suo capannone prima del solito. Di fronte ai suoi occhi l’inferno: il nastro d’asfalto che spariva un pezzo alla volta giù nel fiume, insieme a un mare di terra e di fango. Per fortuna fa in tempo a bloccare due pullman che procedono in direzione opposta, poco prima che possa accadere l’irreparabile. Subito dopo la strada verrà chiusa al transito in entrambe le direzioni. Prontamente sul posto è intervenuto il nucleo di protezione civile del Comune di Ferrandina, coordinato da Domenico Mazzone, i carabinieri, i vigili del fuoco.
Due i punti in cui il fiume è esondato: nel tratto di strada inghiottito e qualche centinaio di metri più a valle, all’altezza del canale di scolo delle acque. La furia del Basento ha spazzato via interi blocchi di cemento e lasciato sporgere, come fossero rami secchi, tubi del gas di una condotta in disuso. Una semplice transenna per indicare il pericolo non basta. Il timore è che il fronte dell’acqua possa avanzare ancora e portare via un pezzo di strada anche qui, perciò si piantano dei paletti nell’asfalto e a inibire qualsiasi tipo di transito in quel tratto. Da qui, per fortuna, la Materit e il suo carico di amianto è lontana a sufficienza per temere disastri ben peggiori. Non si può dire altrettanto per il deposito di detersivi Turconi e per la ditta Lacarpia. Dal fiume ormai le separa pochi centimetri di asfalto e poi un campo. Ma tutti sanno bene che se il Basento dovesse riuscire a oltrepassare la strada ci sarebbe ben poco da fare, se non avere paura.
m.agata@luedi.it
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