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METAPONTO – E’ cambiato il vento, ieri mattina, sul Metapontino. Lo scirocco, che ha dato per giorni man forte alla perturbazione denominata “Nettuno”, ha lasciato il posto al maestrale, che ha reso più favorevole la ricezione dei flussi d’acqua da parte dello Jonio.
Chi è avvezzo ai capricci del mare lo sa bene, e forse anche per questo ieri l’ingrossamento del fiume Bradano ha fatto meno paura. Quando, lunedì sera, la diga di San Giuliano a Matera aveva raggiunto la cosiddetta “quota di sfioro”, rendendo necessaria l’apertura di una delle cinque paratoie, si era cominciato a temere il peggio. Eppure, merito soprattutto delle mutate e più favorevoli condizioni meteo, per tutta la giornata di ieri la diga ha rilasciato costantemente circa 200 metri cubi di acqua al secondo senza causare situazioni di particolare disagio per i fiumi che, seppure ingrossati, non sono esondati come si temeva.
«Fortuna che la diga ha bloccato l’afflusso di acqua a valle», spiega uno degli addetti ai lavori impegnato a trasmettere costantemente dati alla Protezione civile relativi all’invaso, pieno ieri fino all’inverosimile, con ben 74 milioni di metri cubi acqua.
«Senza il lavoro della diga, che apre le paratoie quando raggiunge il livello massimo, Metaponto e le zone circostanti sarebbero diventati una palude», continua l’addetto.
A monitorare la situazione dei corsi d’acqua in Basilicata, c’erano ieri anche diciotto stazioni idropluviometriche e squadre di volontari della Protezione Civile. Cinque le stazioni posizionate sul Basento, tre quelle sul Bradano e due le stazioni in funzione sul Cavone. Controllati a vista anche Torre Accio di Pisticci, Metaponto e la strada statale 106 Jonica, soprattutto in corrispondenza dell’attraversamento del Bradano. Ieri mattina a Metaponto, a pochi passi dalle Tavole Palatine, in località Marinella, gli stessi volontari a presidio del Bradano erano pronti a fornire informazioni alla popolazione che, incuriosita, guardava al fiume avvicinandosi fin dove consentito o scrutandolo dal ponte che lo sovrastava. «Alle 11 il livello del Bradano è stato di cinque metri -spiega uno dei volontari- ha già superato di circa un metro il livello di guardia e salirà ancora sempre di qualche metro ma, per il momento, la situazione è sotto controllo». Dati alla mano, gli stessi che ricevono via mail tutti gli operatori, impegnati nelle operazioni di controllo dei corsi d’acqua, il volontario della squadra di Marconia illustra anche la condizione degli altri fiumi: «La situazione è sotto controllo anche per il Basento, che pure sfocia nello Jonio e sempre nei pressi di Metaponto. A Brindisi di Montagna la piena è passata questa mattina; a Torre Accio di Pisticci il livello registrato era di circa 7 metri, alle 15 la piena arriverà anche a Metaponto, ma senza dare particolari problemi». Tutt’altra cosa rispetto a quanto accaduto lo scorso ottobre. «Questa volta c’è da dire che il sistema di controllo e gestione dell’emergenza ha funzionato -commenta Gianni Fabbris, portavoce del “comitato terre joniche”, impegnato ieri con altri agricoltori a monitorare il livello del fiume- se lo stesso meccanismo si fosse attivato anche lo scorso 7 di ottobre, forse si sarebbero evitate quei quattro morti che, invece, hanno scosso le comunità di Puglia e Basilicata e sono sulla coscienza di chi ha fatto cattiva informazione e scarsa prevenzione. La messa in sicurezza del territorio ora più che mai riguarda tutti e non solo uno sparuto gruppo di agricoltori e cittadini alluvionati».
Poi c’è la questione della stima dei danni che, inevitabile, segue ogni catastrofe: «Ovviamente ora possiamo parlare solo di stime -spiega Fabbris, che ieri sera ha riunito in assemblea i membri del comitato per discutere proprio dei risarcimenti post alluvione– 56 milioni serviranno solo per far fronte ai danni dell’ alluvione del 7 ottobre. Faremo poi i conti di questa nuova catastrofe. Bisogna, però, capire che non si può sempre correre per le emergenze e riparare le falle di un sistema che non funziona». Sul fronte viabilità, resta chiusa la Statale 106 jonica all’altezza della Tavole Palatine per l’incursione del Bradano.
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