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TROPEA (VV) – Il sindaco di Tropea, Gaetano Vallone, ha rassegnato le dimissioni. Non si è trattato di un fulmine a ciel sereno. Già in settimana aveva maturato la decisione di gettare la spugna, di porre la parola fine alle lacerazioni interne alla maggioranza. Una maggioranza, comunque, che ormai esisteva solo sulla carta. Quattro suoi componenti (Caracciolo, Addolorato, Mazzara e l’assessore De Vita) hanno formalizzato la costituzione del gruppo di Forza Italia, annunciando contestualmente il passaggio tra le fila dell’opposizione.

Il tentativo di Vallone di “recuperare alla causa” Roberto Scalfari (a suo tempo staccatosi dalla maggioranza) è fallito miseramente. Quindi, per il primo cittadino, non vi è stata altra via d’uscita che rimettere il mandato. Ora avrà venti giorni  di tempo per cercare di ricomporre i cocci. Scaduto questo termine le dimissioni saranno operative e il consiglio comunale dovrà essere commissariato fino alla prossima tornata amministrativa utile (primavera 2014).  Vallone ha avuto la fascia circa un anno fa quando una sentenza del Consiglio di Stato aveva ribaltato i risultati delle ultime amministrative (vinte da Adolfo Repice per una manciata di voti) rilevando delle irregolarità nell’assegnazione delle preferenze.

Nel mirino del primo cittadino dimissionario  il coordinatore cittadino di Forza Italia Nino Macrì, individuato come il regista dell’operazione: «Ritengo in coscienza di aver fatto il mio dovere, di essere stato al servizio della gente mai discostandomi dall’alveo della legalità, senza mai discriminare, senza distinzione di colore politico, d’altronde, alla stessa maniera avevo agito nei due precedenti miei mandati» e afferma di aver «sempre parlato il linguaggio della verità anche se ad un cospicuo numero di cittadini quel linguaggio non è gradito. Ritengo ancora che non devo difendermi da nulla». Per Vallone, l’intera città sta subendo un ricatto «in un momento politico-amministrativo che richiederebbe la nostra presenza per tutto ciò che abbiamo in cantiere e per il programma che avremmo voluto realizzare in questo ultimo periodo di gestione amministrativa. Non abbiamo staccato noi la spina. Con diabolica premeditazione e intrigo il già coordinatore Pdl ha messo in atto questo torbido disegno distruttivo che crea sconcerto e disappunto in tutta la città frenandone clamorosamente lo sviluppo». 

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