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E’ CONTINUATA per tutta la notte l’odissea degli oltre cento immigrati a bordo del barcone avvistato alla deriva nello Ionio (LEGGI). La situazione è tenuta sotto controllo dai mezzi navali ed aerei della Guardia Costiera e della Marina Militare e solo dopo mezzogiorno, quando le condizioni meteo l’hanno permesso, è scattata l’operazione trasbordo. In serata è previsto l’arrivo nel porto di Roccella Ionica.

Questa mattina è partita dal porto di Crotone un’altra motovedetta. La situazione è stata tenuta sotto controllo dai mezzi navali ed aerei della Guardia Costiera e della Marina Militare. Questa mattina è partita dal porto di Crotone un’altra motovedetta e poi salvagente e viveri sono stati forniti dalla fregata Grecale della Marina Militare e sono stati dati ai migranti dall’equipaggio della Guardia Costiera, che è riuscita a raggiungere sottobordo il peschereccio.

 
  

Per tutta la giornata di domenica il mare è stato a forza 7-8, con onde altissime, aumentate anche da un fortissimo vento che ha soffiato fino ad arrivare a 50 nodi.
A bordo del barcone ci sarebbero circa 120 immigrati e tra essi donne e bambini. Questo, in base a quanto comunicato da uno degli occupanti il barcone, un immigrato egiziano, che ha lanciato l’allarme alla centrale operativa della Capitaneria di porto. A quella prima comunicazione, avvenuta nella notte tra sabato e domenica, non ne sono seguite altre, presumibilmente perché la batteria del telefono si sarà scaricata. Il barcone ha il motore in avaria, anche se le condizioni di galleggiamento sembrano ancora buone. Le difficoltà del natante sono state avvertite quando lo stesso si trovava in alto mare a largo di Roccella Jonica. Il vento, poi, lo ha trascinato in direzione nord. 
A soccorrere gli immigrati sono stati dirottati anche alcuni mercantili che si trovavano a navigare nei pressi del barcone naufragato. Sul posto anche la nave della Marina italiana “Grecale”, l’incrociatore Dattilo, un elicottero e un aereo della Guardia Costiera. Tuttavia, nelle ore passate, nessuno dei mezzi navali chiamati a soccorso è potuto intervenire. Si sono dovuti tutti mantenere a debita distanza per evitare urti e collisioni deleteri da parte del barcone, ormai incontrollabile. 
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