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ROCCELLA JONICA (RC) –  La polizia ha fermato tre persone accusate di essere gli scafisti dell’imbarcazione con a bordo 142 migranti rimasti alla deriva per oltre 36 ore al largo di Crotone a causa del mare molto mosso. Gli scafisti erano giunti ieri nel porto di Crotone con una motovedetta della Guardia costiera che aveva effettuato l’intervento di soccorso. Secondo la ricostruzione degli investigatori, gli scafisti hanno minacciato di gettare una bambina in mare solo perchè vomitava a causa del mare mosso. Secondo quanto riferito dalla Polizia, gli scafisti hanno minacciato di gettare in mare la bambina che ha tre anni e che è stata portata nel centro di prima accoglienza di Isola Capo Rizzuto, insieme al padre. Gli scafisti sono anche accusati di avere sottoposto i migranti a maltrattamenti e violenze fisiche, costringendoli, tra l’altro, a togliere a turno l’acqua che aveva invaso il barcone a causa del mare mosso.

LE OPERAZIONI DI SALVATAGGIO – Nella serata di lunedì, erano stati tratti in salvo i migranti rimasti per giorni in balia delle onde a largo delle coste calabresi. Con una complessa operazione di soccorso, condotta dagli uomini della Guardia Costiera e della Marina militare e dell’Aeronautica, è terminata nel tardo pomeriggio la lunga odissea dei profughi, tutti di nazionalità siriana. 

Sono giunti in serata, poco prima delle 20, nei porti di Crotone e Roccella Jonica a bordo di alcune motovedette della Guardia Costiera. Il gruppo più numeroso è quello approdato nella Locride, composto da 35 uomini e da tutti i bambini (27) e le donne (15) che facevano parte del carico umano a bordo del vecchio barcone rimasto in panne in mezzo al mare in tempesta. Salvi ma fortemente provati dalla lunga permanenza in un barcone ormai alla deriva. Per qualcuno di loro è stato necessario il ricovero in ospedale. Un’intera famiglia, (padre, madre incinta al terzo mese e due bambini), è stata trasportata con le ambulanze del 118 presso l’ospedale di Locri, subito dopo lo sbarco a Roccella. Sono stati 65 quelli accompagnati a Crotone, tutti uomini, alcuni dei quali minorenni.  
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