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Ci credo davvero e sono sicura che possiamo capirci a volo.
Vestiti, borse, giochi, regali, suppellettili, collanine e scarpe. Di cosa parliamo? Di tutti quegli oggetti in buone condizioni e spesso ancora nuovi che teniamo per anni nei cassetti o in cantina perché non ci servono più (o, in effetti, non ci sono mai serviti).
Questi oggetti, come i gatti, potrebbero avere sette vite ed esistono varie alternative per liberarli – e liberarcene – verso “padroni” più affettuosi.
Penso a tutte le mamme e a tutti i papà che hanno figli piccoli: piccoli che sono cresciuti e piccoli che ancora devono crescere. Quanti giocattoli, quanti vestitini abbiamo accumulato? E quando abbiamo messo da parte i ricordi, inamidati e imbustati, quanti scatoloni ci restano che non sappiamo più come smaltire? Come ci destreggiamo, oggi, nel far fronte alle richieste di bisogni dei nostri figli?
E quando sono invitati a una festa di compleanno? C’è chi non le fa più, c’è chi non manda i propri figli a festeggiare perchè anche 5 euro possono diventare un imprevisto di spesa.
ALLORA:
La vogliamo fare una bella cosa insieme? Vogliamo darci delle priorità e liberarci dal pregiudizio dello scambio? Che ne dite? Io ho pensato questo: la redazione del Quotidiano non è grandissima, ma lo spazio per accogliere la catena intelligente della condivisione è enorme.
Vi faccio una proposta.
Ci sono associazioni, dalla caritas, agli uffici parrocchiali, a molti altri luoghi cittadini meno noti, che hanno una funzione fondamentale di connessione e di assistenza. Spesso abbiamo fretta, non sappiamo dove trovarli, non sappiamo a chi dare.
Un giornale è un luogo pubblico, aperto, della città.
Io, almeno, lo concepisco così. Portate qui quello che non vi serve più: una bambola, un supereroe, una puzzle, un libro, una collanina. O un vestitino, un golfino, un passeggino, una carrozzina.
Possiamo organizzare un Christmas swap party, una grande festa della scambio cittadino solidale. Dare ciò che abbiamo non costa niente.
Noi accogliamo, fotografiamo, incartiamo ed etichettiamo. Facciamo da tramite. E ci mettiamo un sorriso.
Che è quello che oggi costa più di tutto il resto.
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