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COSENZA – Una truffa finalizzata all’indebita percezione di fondi comunitari per oltre 2 milioni di euro, è stata scoperta dai militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Cosenza nei confronti di 6 persone alle quali è stato notificato un avviso di conclusione delle indagini preliminari, dirette dal sostituto procuratore Giuseppe Cava. Gli indagati, tutti residenti nelle province di Cosenza e Catanzaro, sono rappresentanti legali o amministratori delle società “Multicom Concrete N s.r.l.”, “Sinergie s.r.l.” (già “Salotto delle Donne s.r.l.”) e “Security s.n.c.”.
I 6 imprenditori sono stati denunciati per truffa aggravata ai danni dell’Unione europea e della Regione Calabria, per aver indebitamente percepito finanziamenti, per un ammontare complessivo che supera i 2 milioni di euro, destinati alle imprese per l’incremento occupazionale e la formazione in azienda di neoassunti, tratti dal Fondo Sociale Europeo ed erogati dalla Regione Calabria nell’ambito del Por Calabria 2000/2006. L’attività investigativa, secondo quanto reso noto, trae origine dal progetto “No job for you” ideato dal Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie della Guardia di Finanza, sviluppato dalle Fiamme Gialle di Cosenza mediante l’effettuazione di accertamenti nei confronti di imprese che hanno beneficiato dei contributi. Si tratta di fondi cofinanziati dal Fondo Sociale Europeo, concessi per l’assunzione dei lavoratori cosiddetti “svantaggiati”, per il loro mantenimento occupazionale per un periodo minimo di 36 mesi e l’avvio dei corsi post-formazione. Dopo un’attività ispettiva preliminare di carattere amministrativo, finalizzata al riscontro dei dati acquisiti negli enti pubblici, è risultato che numerose persone fisiche non figuravano nelle dichiarazioni fiscali (mod. 770) presentate dalle società che hanno percepito i finanziamenti o, se inserite, non venivano mantenute in assunzione per il periodo previsto. Nel prosieguo delle attività sarebbe emerse incongruenze penalmente rilevanti segnalate alla magistratura inquirente.
Da qui gli ulteriori e successivi approfondimenti di polizia giudiziaria, che avrebbero consentito di smascherare il sistema truffaldino architettato a vario titolo dai destinatari dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari, i quali, attraverso false assunzioni e false certificazioni, nonchè dichiarazioni non veritiere, avrebbero raggirato gli Uffici del Dipartimento Formazione e Lavoro della Regione Calabria, preposti all’erogazione dei fondi.
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