2 minuti per la lettura
POTENZA – «Non esistono aree d’esenzione dalla responsabilità civile», lo ha detto ieri sera a Potenza l’ex sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano presentando, ospite della Biblioteca nazionale del capoluogo di regione, il libro “Irrispettabili, il consenso sociale alle mafie”, scritto a quattro mani con l’altro magistrato Domenico Airoma.
Nello specifico il riferimento di Mantovano era alle fiction televisive che, in anni recenti, hanno “umanizzato” al cospetto di milioni di telespettatori figure come quella di Totò Riina (“Il capo dei capi”) e Pupetta Maresca (“Il coraggio e la passione”).
“Irrispettabili” (edito da Rubbettino), invece, è il richiamo ad un nuovo senso dello Stato capace, è emerso, “di segnare nuove distanze rispetto al lato oscuro di quest’ultimo”, quello rappresentato dalle mafie.
«Bisogna rompere – ha sottolineato Mantovano – la sudditanza psicologica che genera ammirazione nei confronti di figure come quelle di Riina e Maresca».
Uno stato psicologico, purtroppo, spesso generato dal “bisogno” di aggrapparsi a qualcosa che, in assenza dello Stato, ne diventa il miglior surrogato possibile.
«Il libro di Mantovano – ha detto il direttore di Apt Gianpiero Perri presentando, insieme a Michele Prestera e Franco Sabia, il volume – scandaglia il consenso sociale ma, nello stesso tempo, indica una terapia a questo male».
«Quale? Un nuovo senso di cittadinanza in cui le mafie si combattono attraverso una denuncia puntuale delle loro attività, attraverso la creazione di associazioni in grado di privare le organizzazioni mafiose di terreno sociale e di ripulirne i Beni. In nome di chi? D’uno Stato a venire forse, o di quei pezzi di Stato “magistratura, Forze dell’Ordine e cittadini onesti – ha detto ancora l’ex esponente di governo Alfredo Mantovano – da sempre in prima linea contro le mafie».
«Quello che può realmente segnare la svolta eliminando il consenso sociale alle mafie, restituendo i territori ad Istituzioni e cittadini, è il recupero di valori quali il senso dell’onore inteso come rispetto di chi è giusto e l’esercizio del potere come responsabilità piuttosto che arbitrio», è emerso ancora.
«C’è una linea di confine – ha concluso Mantovano – che non sempre viene tirata in modo chiaro e netto tra l’attività delle organizzazioni mafiose e la vita delle persone normali che, non saranno complici né colluse, ma non sempre mantengono le dovute distanze. Questo libro insegna a riconoscerla».
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA