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LE criticità della mensa scolastica nella città di Matera, continuano ad essere sotto la lente del comitato spontaneo di genitori, che nei giorni scorsi hanno presentato una petizione di trecento firme, indirizzata all’assessore comunale, Simonetta Guarini, ed all’ufficio competente.

Dopo le osservazioni legittime dei genitori, che evidenziavano soprattutto i ritardi nella somministrazione dei pasti in alcune scuole e la totale assenza di un riscontro sulla effettiva appetibilità del menù, c’è stato un primo incontro con il Comune, che pare non abbia sortito grandi effetti positivi, almeno a sentire Anna Longo e Maria Ruggieri, rappresentanti delle mamme firmatarie della petizione.

Il Comune, infatti, ha preso contezza dei disservizi evidenziati, impegnandosi ad aprire un confronto con la “Ladisa”, la ditta barese appaltatrice del servizio. L’incontro c’è stato lo scorso 20 novembre, ma non sono stati ammessi né i genitori, né la rappresentanza di Cittadinanzattiva, associazione che ha affiancato il comitato spontaneo.

Un atteggiamento stigmatizzato, sia dai genitori che dalla segretaria regionale di Cittadinanzattiva, Maria Antonietta Tarsia, la quale ha evidenziato che lo consente la legislazione in materia di controllo sui servizi pubblici essenziali come questo: «E’ inaudito -ha detto la Tarsia al Quotidiano- che il Comune pensi di affrontare e risolvere un problema così delicato, senza la necessaria trasparenza e partecipazione democratica. Ricordo che Cittadinanzattiva è un’associazione che tutela i diritti della gente, non certo un fastidio o un’ingerenza nella gestione amministrativa di un servizio. E’ un nostro diritto partecipare a incontri del genere, visto che esiste la Rete Scuola, deputata proprio a vigilare. Questo un abuso di potere».

Intanto la ditta Ladisa, lo scorso 22 novembre ha risposto alle segnalazioni dell’Ufficio Scuole del Comune, con una comunicazione che l’ente ha girato alle mamme, rappresentanti il comitato. In buona sostanza, si rassicura sul corretto espletamento del servizio. In particolare, sulle caratteristiche del menù, che i genitori evidenziavano fosse poco vario nelle portate, la Ladisa spiega che si tratta dello stesso documento vidimato da Sian e Asm lo scorso anno, ben noto al Comune fin dal 14 maggio scorso. “La varietà della tabella alimentare -spiegano dalla Ladisa- è stata stabilità dagli esperti dell’Asm, secondo i principi ben noti alle Scienze dietetiche”. In particolare, la ditta respinge al mittente l’accusa che, a fine ottobre, per 4 giorni consecutivi sarebbe stata servita pasta al sugo, avendo sostituito solo per il 14 ottobre il secondo ed il contorno rispetto alla tabella, previa comunicazione all’ente, in seguito al nubifragio. La ditta si dice, poi, “disponibile ad ogni tipo di controllo che i genitori volessero effettuare, premettendo che “la cucina dove si preparano i pasti è la stessa dell’anno precedente”, aggiungendo che il 28 ottobre si è svolta nei locali della cucina una ispezione dell’Asm, che ha certificato la corretta preparazione dei cibi, l’igiene, la conformità al menù e persino le condizioni igieniche dei mezzi utilizzati per il trasporto. Sul capitolo frutta, che i genitori segnalavano essere poco matura e difficile da consumare senza la sbucciatura, Ladisa rende noto che si tratta di prodotto biologico anche se, ad onor del vero, non vi è certificazione di tracciabilità, che come tale “risente maggiormente di variazioni climatiche e cambi di stagione. Tuttavia -precisano- i frutti serviti sono quanto di meglio possa offrire il mercato italiano”, ma senza la possibilità di una somministrazione già sbucciata, ma con quella di sostituirla, “quando richiesto dal menù, succhi di frutta e yogurt rigorosamente biologici”.

Chiuso, almeno secondo la ditta, anche il capitolo dei ritardi nella consegna dei pasti ad alcune scuole, “perchè -scrivono- sono sempre consegnati con 5 automezzi, secondo l’orario concordato con le singole scuole”; un dato, questo, che non risulta però ai genitori. In conclusione, la ditta si dice disponibile a un confronto con i genitori, “ed a fornire loro -spiegano- tutte le informazioni riguardanti l’azienda, che gestisce appalti importanti in tutta Italia”. Massima apertura, infine, anche sulle modalità di pagamento, con l’abolizione annunciata dell’sms si notifica dell’assenza del bambino per il giorno successivo. Sulle altre perplessità inerenti il pagamento, la ditta sostiene di attendere indicazioni dal Comune. Chiarimenti certamente apprezzati dai genitori, che però continuano a registrare soprattutto i ritardi nella consegna dei pasti rispetto alla loro preparazione, con il risultato che, in alcuni casi, la pasta ad esempio arriva sulla tavola dei bambini già scotta e quasi immangiabile. Forse, consentire a una rappresentanza di genitori la vigilanza continua sullo stato del cibo all’arrivo a scuola, potrebbe essere un utile compromesso al fine di verificare sul campo quanto certificato dalla ditta.

Questo non certo per sfiducia, ma semplicemente per la trasparenza e la serenità di tutti. Una soluzione che, almeno per il momento, sembra non incontrare il particolare favore del Comune e di alcuni dirigenti scolastici. Tutto lascia presagire che la battaglia di principio di genitori e Cittadinanzattiva non si fermerà certo qui.

a.corrado@luedi.it

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