2 minuti per la lettura
Il problema è innanzitutto culturale e va affrontato mettendo in atto meccanismi che creino percorsi di tutela e sostegno delle donne vittime di violenza attraverso personale formato adeguatamente. E’ questo, in sostanza, lo spirito che ha animato il bando per la gestione dello sportello di ascolto per le donne vittime di violenza del Comune di Matera che, con una spesa di 40 mila euro, entrerà in funzione all’inizio del 2014. Il servizio è stato presentato ieri dall’assessore alle Politiche sociali Simona Guarini alla presenza della presidente del consiglio comunale, Brunella Massenzio, della consigliera di parità Stefania Draicchio e dei tre segretari di Cgil, Cisl e Uil, Taratufolo, Amatulli e Coppola. «Il fenomeno della violenza contro le donne è diffuso e trasversale – ha spiegato l’assessore – Oggi non è una semplice celebrazione ma un momento in cui dare un segnale concreto». Il Comune e le sue strutture (che, ha aggiunto la Guarini, hanno lavorato senza sosta, a cominciare dal dirigente Giulia Mancino per proseguire con l’intera struttura delle Politiche sociali, composta interamente da donne, ndr.) ha fortemente voluto questo strumento approvandolo in consiglio comunale prima e sostendolo anche ieri con l’adesione alla campagna “noino.org” promossa da soli uomini cui ha aderito il sindaco.
Servizio di consuilaneza 24 ore su 24, misure di contrasto alla violenza di genere, affiancamento e consulenza psicologica, sociale e tutela legale oltre a percorsi personalizzati per le vittime e alle campagne informative e di sensibilizzazione. Saranno questi i servizi messi a disposizione delle donne.
Fondamentale, come ha sottolineato anche la presidente del consiglio comunale, Brunella Massenzio, che vengano stanziati ulteriori fondi per i centri di ascolto e si costituiscano strutture per gli aggressori. La consigliera di parità, Stefania Draicchio ha puntato soprattutto sulla battaglia civile che riguarda questo fenomeno e deve coinvolgere tutta la società superando i limiti culturali che impediscono l’emersione vera del fenomeno che spesso si svolge tra le mura di casa. Manuela Taratufolo, Franco Coppola e Giuseppe Amatulli si sono soffermati sulle discriminazioni più diffuse e silenziose sui luoghi di lavoro. Dimissioni in bianco, mobbing e altri meccanismi mettono a rischio l’equilibrio psicologico delle donne. Il percorso deve essere complessivo e non può trascurare le scuole, a cominciare da quelle primarie per formare i futuri cittadini ad una civiltà senza violenza.
a.ciervo@luedi.it
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA