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NEGLI ultimi tre mesi ha ricevuto sette lettere anonime in cui, oltre alle offese personali, veniva avvertita che la sua ora stava per scoccare e che era destinata a morire.
Antonella Fontana, sorella di Anna Rosa, uccisa dal suo ex convivente l’8 dicembre dell’Amatas, l’associazione di tutela delle donne, convive ormai tutti i giorni con la presenza invisibile di chi ha deciso di impedirle di svolgere un’attività a difesa di chi non ha voce per farsi sentire.
L’ultima lettera in cui, in un italiano storpiato (“Il tuo fine è vicino”), è arrivata lunedì scorso 18 novembre.
Due giorni dopo, mentre si trovava in via Lucana, nei pressi dell’ingresso al mercato ortofrutticolo di via Ascanio Persio, la Fontana è stata aggredita da due donne, una delle quali l’ha strattonata per un braccio e l’ha insultata.
Immediata la denuncia e la visita al Pronto soccorso dell’ospedale Madonna delle Grazie dove le sono state riscontrate alcune contusioni.
Le prime denunce di Antonella Fontana risalgono a qualche mese fa. All’epoca le lettere anonime che la minacciavano le furono fatte trovare nella buca delle lettere della sua abitazione.
A pochi giorni dal terzo anniversario della morte della sorella, Antonella Fontana fa sentire ancora forte le sua voce per rispondere agli sconosciuti che cercano di intimidirla.
Gesti di questo tipo, spiega, devono essere sempre denunciati perchè il silenzio non deve diventare l’alibi migliore.
Il rapporto con istituzioni e forze dell’ordine è fondamentale, aggiunge Antonella Fontana, che conferma anche nella giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne la sua presenza al corteo che partirà oggi alle 17 da piazzetta Pascoli.
a.ciervo@luedi.it
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