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POTENZA – La Basilicata è un fanalino di coda nell’economia italiana. E il lavoro che propone Giuseppe Tralli dal blog Basilicatapost.it è una analisi che ci riporta sistematicamente al punto di partenza nel dibattito sulla questione petrolifera in Basilicata. Come è possibile che in una regione colonizzata da Eni e Total ci si ritrovi comunque a fare i conti con una situazione economica che non permette alcun tipo di crescita? Vero, con le royalties la lucania ha potuto garantire un servizio sanitario che nel resto del meridione si invidia, ma potremmo anche fermarci qui. Il discorso era stato accennato quando Total ha inaugurato a Corleto Perticara, pochi mesi fa, la scuola di formazione per 54 lucani che dopo un percorso di studi di tre anni potranno lavorare all’interno dell’azienda. Non c’è nessuna voglia, da parte delle grandi multinazionali petrolifere, di domiciliare parte delle proprie aziende in Basilicata. Così ancora oggi si discute di percentuali e royalties mentre in sostanza le grandi compagnie continuano a non pagare Irap e Ires non essendo domiciliate in Basilicata. E questo è, diciamolo, un problema. Lo è perché non tanto dall’Irap ma dall’imposta sul reddito delle società, con una aliquota piuttosto alta si potrebbero fare entrare non pochi spiccioli alla Basilicata. In realtà il sistema di tassazione prevede che il denaro arrivi allo Stato, che poi dovrà redistribuirlo alle Regioni.
Si tratta comunque di un punto di partenza necessario se, come a quanto pare vuole fare il neo governatore Pittella, si vorrà chiedere di più allo Stato in merito alla gestione e allo sfruttamento del territorio lucano. È vero anche che la fiscalità è piuttosto pressante in Italia (circa il 34%) ma comunque, a quanto pare, non tanto da intaccare i giganteschi patrimoni petroliferi. Vale quindi la pena discutere di royalties o si può fare un piccolo passo in avanti nella discussione? Diciamo che è una base solida per ridiscutere anche della distribuzione della ricchezza in Basilicata. Se è vero che le compagnie devono restare è giusto che per loro sia oneroso. la battaglia, sul piano politico, non sarà poi tanto facile: non si può obbligare un’azienda a domiciliarsi, tutto questo mentre lo Stato discute anche se sia giusto o meno distribuire le royalties in tutto il territorio nazionale.
v.panettieri@luedi.it
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