Marconia. Comitati indignati per il flop della trasmissione: «A che serve pagare il canone»
Beffati da “La vita in diretta”
Un giorno di lavoro tra i campi devastati dall’alluvione per un minuto di diretta
MARCONIA DI PISTICCI – Piazza Elettra in protesta, dopo l’inatteso epilogo a “La vita in diretta”.
Il noto programma di Rai 1 aveva inserito nella scaletta della puntata di venerdì scorso un collegamento con Marconia, per dar voce alle persone colpite dal nubifragio dello scorso 7 ottobre, ma alla fine ha potuto parlare solo il portavoce del Comitato TerreJoniche, Gianni Fabbris, per circa un minuto. Praticamente nulla, rispetto alla prospettiva di ascoltare un intervento che avesse il tempo minimo per esprimere una frase di senso compiuto, seguito da quelli di tre imprenditori colpiti dalla violenza della pioggia e del sindaco di Pisticci, Vito Di Trani. Il primo cittadino, alla fine, è rimasto deluso come il resto della piazza gremita in attesa di avere voce, finalmente, in un contesto più ampio, rappresentato da un programma di Rai 1, i cui giornalisti inviati sul posto, peraltro, avevano lavorato per l’intera mattinata, accompagnati da attivisti di TerreJoniche e componenti del locale Comitato Pro Alluvionati (Marconia è stato uno dei luoghi più colpiti dal nubifragio del 7 ottobre), a un servizio di un paio di minuti, che sarebbe stato trasmesso a ridosso del collegamento in diretta con piazza Elettra. I preparativi, in vista di quella finestra sull’Italia prevista per le 18.50 circa, erano andati avanti per tutto il giorno e la piazza si era riempita come non accadeva da tempo.
L’occasione, nell’idea originaria del programma, era quella di dar voce anche agli altri alluvionati d’Italia nel giorno del lutto per i fatti accaduti in Sardegna. Da queste parti il pensiero è unico: gli amici sardi meritano tutta la solidarietà possibile, ma dispiace dover realizzare con evidenza che il Governo nazionale e i mass media non locali hanno avuto un’evidente disparità di trattamento che, per quanto riguarda le istituzioni, si traduce anche nell’assenza di risposte concrete ai territori. E’ sulla scorta di questi presupposti, che l’episodio di venerdì ha indispettito la folla, perché la tanto sospirata visibilità si è trasformata ben presto in una presa in giro per la quale numerosi cittadini hanno iniziato a chiedere giustizia, rivolgendosi all’incolpevole giornalista ed alla troupe presenti in piazza.
Alle contestazioni formulate da Pinuccia Sassone, rappresentante del Comitato Pro Alluvionati, dall’altra parte del telefono l’autrice della trasmissione risponde che: “Nessuno ha mai parlato di voi, noi almeno lo abbiamo fatto, anche se in uno spazio ridotto”. Ma da queste parti sono davvero stanchi di accontentarsi delle briciole, e più di qualcuno ha esternato l’invito a non pagare più il canone. Anche perché, con trasmissione del genere, è evidente che si corra il rischio di sprecare denaro. Il concetto è stato rinforzato in una nota da TerreJoniche: «Abbiamo fatto qualche calcolo e stimiamo che per organizzare il collegamento, fra le risorse impegnate in piazza per la diretta e per girare i servizi la mattina, ai cittadini che pagano il canone Rai sarà costato almeno 40.000 euro. Risorse importanti per un obiettivo importante; non avremmo sprecato l’occasione. Avremmo testimoniato di due alluvioni cancellate dall’elenco delle alluvioni italiane (persino il servizio andato in onda dallo studio di Roma, prima del collegamento con piazza Elettra, le aveva dimenticate), avremmo raccontato come dal 2011 ad oggi fra Basilicata e Puglia ci sono stati 7 morti per le alluvioni, che 550 milioni di euro di danni al nostro territorio (per il 2011), cui si aggiungono quelli ancora in via di quantizzazione per il 2013 sono per noi un colpo terribile; avremmo rivendicato interventi ed investimenti per la messa in sicurezza di un tratto di Italia che, mentre fornisce ricchezza contribuendo al Pil nazionale con il petrolio e acqua a tanta parte del Sud, essendo attraversato da ben 6 fiumi avrebbe bisogno di investimenti e risposte certe. Abbiamo assistito –è l’aspra critica di TerreJoniche- ad una trasmissione alla ricerca “dell’effetto pianto” e pietistico sulla pelle delle comunità colpite con pochissimo spazio a informazioni corrette. Una brutta prova di servizio pubblico, per cui la Rai farebbe bene a scusarsi, in una brutta giornata in cui gli alluvionati sono stati strumentalizzati». Fabbris ha inviato una lettera al presidente Rai, ai componenti il Cda ed ai responsabili di Rai 1 e della trasmissione La Vita in Diretta, criticando le modalità con cui si è svolta la trasmissione e chiedendo che la Rai restituisca voce alle comunità.
Roberto D’Alessandro
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MARCONIA DI PISTICCI – Piazza Elettra in protesta, dopo l’inatteso epilogo a “La vita in diretta”. Il noto programma di Rai 1 aveva inserito nella scaletta della puntata di venerdì scorso un collegamento con Marconia, per dar voce alle persone colpite dal nubifragio dello scorso 7 ottobre, ma alla fine ha potuto parlare solo il portavoce del Comitato TerreJoniche, Gianni Fabbris, per circa un minuto. Praticamente nulla, rispetto alla prospettiva di ascoltare un intervento che avesse il tempo minimo per esprimere una frase di senso compiuto, seguito da quelli di tre imprenditori colpiti dalla violenza della pioggia e del sindaco di Pisticci, Vito Di Trani.
Il primo cittadino, alla fine, è rimasto deluso come il resto della piazza gremita in attesa di avere voce, finalmente, in un contesto più ampio, rappresentato da un programma di Rai 1, i cui giornalisti inviati sul posto, peraltro, avevano lavorato per l’intera mattinata, accompagnati da attivisti di TerreJoniche e componenti del locale Comitato Pro Alluvionati (Marconia è stato uno dei luoghi più colpiti dal nubifragio del 7 ottobre), a un servizio di un paio di minuti, che sarebbe stato trasmesso a ridosso del collegamento in diretta con piazza Elettra. I preparativi, in vista di quella finestra sull’Italia prevista per le 18.50 circa, erano andati avanti per tutto il giorno e la piazza si era riempita come non accadeva da tempo.
L’occasione, nell’idea originaria del programma, era quella di dar voce anche agli altri alluvionati d’Italia nel giorno del lutto per i fatti accaduti in Sardegna. Da queste parti il pensiero è unico: gli amici sardi meritano tutta la solidarietà possibile, ma dispiace dover realizzare con evidenza che il Governo nazionale e i mass media non locali hanno avuto un’evidente disparità di trattamento che, per quanto riguarda le istituzioni, si traduce anche nell’assenza di risposte concrete ai territori.
E’ sulla scorta di questi presupposti, che l’episodio di venerdì ha indispettito la folla, perché la tanto sospirata visibilità si è trasformata ben presto in una presa in giro per la quale numerosi cittadini hanno iniziato a chiedere giustizia, rivolgendosi all’incolpevole giornalista ed alla troupe presenti in piazza.Alle contestazioni formulate da Pinuccia Sassone, rappresentante del Comitato Pro Alluvionati, dall’altra parte del telefono l’autrice della trasmissione risponde che: “Nessuno ha mai parlato di voi, noi almeno lo abbiamo fatto, anche se in uno spazio ridotto”.
Ma da queste parti sono davvero stanchi di accontentarsi delle briciole, e più di qualcuno ha esternato l’invito a non pagare più il canone. Anche perché, con trasmissione del genere, è evidente che si corra il rischio di sprecare denaro. Il concetto è stato rinforzato in una nota da TerreJoniche: «Abbiamo fatto qualche calcolo e stimiamo che per organizzare il collegamento, fra le risorse impegnate in piazza per la diretta e per girare i servizi la mattina, ai cittadini che pagano il canone Rai sarà costato almeno 40.000 euro. Risorse importanti per un obiettivo importante; non avremmo sprecato l’occasione.
Avremmo testimoniato di due alluvioni cancellate dall’elenco delle alluvioni italiane (persino il servizio andato in onda dallo studio di Roma, prima del collegamento con piazza Elettra, le aveva dimenticate), avremmo raccontato come dal 2011 ad oggi fra Basilicata e Puglia ci sono stati 7 morti per le alluvioni, che 550 milioni di euro di danni al nostro territorio (per il 2011), cui si aggiungono quelli ancora in via di quantizzazione per il 2013 sono per noi un colpo terribile; avremmo rivendicato interventi ed investimenti per la messa in sicurezza di un tratto di Italia che, mentre fornisce ricchezza contribuendo al Pil nazionale con il petrolio e acqua a tanta parte del Sud, essendo attraversato da ben 6 fiumi avrebbe bisogno di investimenti e risposte certe.
Abbiamo assistito –è l’aspra critica di TerreJoniche- ad una trasmissione alla ricerca “dell’effetto pianto” e pietistico sulla pelle delle comunità colpite con pochissimo spazio a informazioni corrette. Una brutta prova di servizio pubblico, per cui la Rai farebbe bene a scusarsi, in una brutta giornata in cui gli alluvionati sono stati strumentalizzati». Fabbris ha inviato una lettera al presidente Rai, ai componenti il Cda ed ai responsabili di Rai 1 e della trasmissione La Vita in Diretta, criticando le modalità con cui si è svolta la trasmissione e chiedendo che la Rai restituisca voce alle comunità.