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CROTONE – E’ stata notificata questa mattina dai carabinieri di Brescello (Reggio Emilia) la convalida del decreto di sequestro preventivo anticipato di beni per tre milioni di euro nei confronti di Francesco Grande Aracri perchè ritenuti provento di attività illecita. Il 59enne imprenditore edile originario di Cutro (Reggio Emilia), ma da trent’anni residente nel paese della Bassa reggiana, infatti, è stato condannato nel 2008 in via definitiva a tre anni e sei mesi per associazione mafiosa, perchè accusato di far parte dell’omonimo clan di ‘ndrangheta, guidato dal fratello Nicolino.
Secondo il giudice Francesco Maria Caruso che aveva emesso il provvedimento a inizio di novembre sulla base della risultanze investigative dei carabinieri reggiani, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia di Bologna, sarebbe stata accertata “una sproporzione tra redditi dichiarati negli anni e incremento patrimoniale, divenuto particolarmente consistente a partire dal 2000 in epoca immediatamente precedente l’accertata attività mafiosa”. Mercoledì, davanti al collegio giudicante, Grande Aracri, difeso dall’avvocato Giuseppe Migale Ranieri, aveva presentato una relazione redatta da un suo consulente in cui sosteneva l’insussistenza dell’illecita provenienza dei beni sequestrati. Lo stesso 59enne, in più interviste, ha dichiarato la sua estraneità alle contestazioni, sostenendo di essere un onesto lavoratore. Ma il collegio ha deciso diversamente, convalidando il provvedimento. Decisione che è stata notificata questa mattina all’interessato da parte dei carabinieri di Brescello. Il tribunale ha fissato anche l’udienza del 18 dicembre per decidere sulla misura di prevenzione personale.
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