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 POTENZA, 22 NOV – “Nel trentatreesimo anniversario del tragico terremoto del 23 novembre 1980, noi lucani ricordiamo ancora una volta con commozione le persone morte ed in particolare quanti persero la vita per il crollo della chiesa di Balvano, 77 persone tra cui 66 bambini ed adolescenti”: lo ha detto,. parlando alla Camera, l’on. Vincenzo Folino (Pd).
“Ed ancora oggi – ha aggiunto – siamo grati a tutti coloro che, da tutte le parti del mondo – compresi gli Stati Uniti e l’Iraq – e da tutte le parti d’Italia soccorsero quelle popolazioni, e tra essi Pierluigi Bersani allora giovane assessore dell’Emilia-Romagna”. Nel ricordare “le difficoltà dello Stato in quel momento, sottolineando in particolare la visita del Presidente della Repubblica Pertini, accolto dal ministro Emilio Colombo, e la visita di Giovanni Paolo secondo che fu di grande conforto alle nostre popolazioni”, Folino ha evidenziato “l’impegno di tanti amministratori locali, dei Comuni, poi successivamente insigniti con la medaglia d’oro al valor civile. Anche se la ricostruzione civile ha avuto un esito positivo, il rilancio economico fu totalmente fallimentare, in primo luogo per le iniziative di faccendieri provenienti dal Nord del Paese, che la Commissione Scalfaro rilevò in maniera puntuale negli anni 1989-1991”.
Folino ha concluso dicendo che “il ricordo del terremoto del 23 novembre 1980 deve vivere ancora nel Paese e nelle istituzioni e deve essere un monito affinchè tutti operino per limitare, se non per evitare, gli esiti tragici conseguenti agli avversi eventi naturali come quelli che si sono verificati ad ottobre nel Metapontino e pochi giorni fa in Sardegna”. (ANSA).

«Nel trentatreesimo anniversario del tragico terremoto del 23 novembre 1980, noi lucani ricordiamo ancora una volta con commozione le persone morte ed in particolare quanti persero la vita per il crollo della chiesa di Balvano, 77 persone tra cui 66 bambini ed adolescenti». 

Anni dopo, il pensiero corre ancora lì. Alla tragedia ha fatto cenno parlando alla Camera il deputato Vincenzo Folino (Pd): «Ed ancora oggi – ha aggiunto – siamo grati a tutti coloro che, da tutte le parti del mondo – compresi gli Stati Uniti e l’Iraq – e da tutte le parti d’Italia soccorsero quelle popolazioni, e tra essi Pierluigi Bersani allora giovane assessore dell’Emilia-Romagna». 

Nel ricordare «le difficoltà dello Stato in quel momento, sottolineando in particolare la visita del Presidente della Repubblica Pertini, accolto dal ministro Emilio Colombo, e la visita di Giovanni Paolo secondo che fu di grande conforto alle nostre popolazioni», Folino ha evidenziato «l’impegno di tanti amministratori locali, dei Comuni, poi successivamente insigniti con la medaglia d’oro al valor civile. Anche se la ricostruzione civile ha avuto un esito positivo, il rilancio economico fu totalmente fallimentare, in primo luogo per le iniziative di faccendieri provenienti dal Nord del Paese, che la Commissione Scalfaro rilevò in maniera puntuale negli anni 1989-1991». 

Oggi «il ricordo del terremoto del 23 novembre 1980 deve vivere ancora nel Paese e nelle istituzioni e deve essere un monito affinchè tutti operino per limitare, se non per evitare, gli esiti tragici conseguenti agli avversi eventi naturali come quelli che si sono verificati ad ottobre nel Metapontino e pochi giorni fa in Sardegna.»

Anche il rettore dell’Università degli Studi di Basilicata, Mauro Fiorentino, ha voluto ricordare l’anniversario. In una lettera aperta inviata in occasione della chiusura del trentennale dell’Ateneo, che simbolicamente si celebra il 23 novembre, giorno del sisma del 1980 che colpì la Basilicata e la Campania, il retore si è rivolto agli amministratori e ai parlamentari lucani, chiedendo «di difendere con ogni mezzo il patrimonio rappresentato da questa Università.»

«Il riassetto e le prossime misure per l’università, che pure servono al nostro sistema accademico, devono guardare al futuro e ai problemi reali del Paese, evitando spettacolarizzazioni e cambiamenti ‘spot’ o tagli da macellaio che uccidono la didattica ma non intaccano i rami secchi, che pur esistono: ma soprattutto devono avere tra gli obiettivi primari la difesa delle piccole Università, presidio culturale dei territori, che, in particolare al Sud, rappresentano ancora la speranza di un domani migliore. Si abbandoni – ha proseguito il rettore dell’Ateneo lucano – la sciagurata politica dei tagli lineari e indiscriminati che, tra l’altro, stanno decapitando gli Atenei del Mezzogiorno, che sono un presidio di legalità e di sviluppo di cui il Paese non può, e non deve, fare a meno. Chiedo bensì di porre maggiore attenzione alle specificità e ai distinti ruoli che atenei in contesti locali diversi possono svolgere per contribuire al meglio alla crescita complessiva del Paese.»

 

 

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