GUARDAVALLE – Questa notte alle ore 24 i carabinieri hanno rinvenuto in località Elce della Vecchia, in una zona impervia di Guardavalle superiore in una autovettura Fiat Punto il corpo completamente carbonizzato di una persona, sul posto presenti i vigili del fuoco di Soverato con il capo squadra Antonio Leone. Il cadavere è stato identificato, solo nella tarda nottata, secondo una prima ricostruzione si tratta di un boscaiolo, Vincenzo Davide Amato classe 1981, che nella giornata di ieri, martedì, si era allontanato da casa, e di cui non si avevano più notizie da allora. L’uomo era residente a Guardavalle. Avviate le indagini dei Carabinieri per risalire alle cause e motivazioni di quello che per gli inquirenti è un omicidio.
Secondo le prime indagini la morte dell’uomo sarebbe da ascrivere ad un contrasto nato negli ambienti lavorativi partendo dal presupposto che la vittima non solo era incensurata, ma non aveva alcuna frequentazione con la criminalità organizzata della zona.
Nel Soveratese è in corso una faida tra le cosche in guerra per il controllo del territorio, specie dopo le operazioni e gli omicidi che hanno decimato le ‘ndrine storiche, ma, secondo quanto trapela da fonti investigative, il trentaduenne non avrebbe avuto nessun legame con ambienti criminali. Dunque, pur non escludendo alcuna ipotesi, i militari dell’Arma insistono sull’ipotesi legata a questioni di lavoro, tenendo comunque ferma anche l’alternativa legata a possibili rancori di natura personale.
Intanto, quel che è rimasto del corpo di Amato è stato trasferito nella sede del Dipartimento di medicina legale dell’Università di Catanzaro, su disposizione del magistrato titolare delle indagini. Toccherà al medico legale, infatti, tentare di stabilire come sia morto il boscaiolo. Un esame minuzioso dei resti, per provare a riscontrare eventuali proiettili esplosi contro il giovane prima che gli fosse dato fuoco. Quando i carabinieri hanno rinvenuto la Fiat Punto con a bordo i resti, non c’era più nulla da fare e le fiamme avevano già consumato qualunque prova possibile. Nel frattempo gli inquirenti hanno sentito i familiari del trentaduenne, nel tentativo di ottenere qualche elemento utile alle indagini sulle quali vige il massimo riserbo.