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COSENZA – Due operazioni contro la caccia abusiva e illegale sono state portate a termine dalla Polizia Provinciale di Cosenza. La prima è stata compiuta da agenti in forza al distaccamento di Mormanno e ha portato alla denuncia di due persone, R. L. e S. M., entrambi provenienti dalla provincia di Brescia, sorpresi mentre esercitavano la caccia, in località Zingarello di Cassano Ionio, avvalendosi di mezzi vietati dalla legge. La pattuglia, durante il monitoraggio dell’attività venatoria dei due, si è accorta che, dal luogo in cui avevano piazzato un piccolo capanno per la caccia da appostamento provvisorio, proveniva un canto di allodole, presumibilmente derivante da richiami. 

Durante i controlli è emerso che i cacciatori, oltre ad utilizzare alcune allodole come richiami vivi regolarmente detenuti, si avvalevano di un richiamo acustico a funzionamento elettromagnetico illegale. Si è proceduto quindi al sequestro dei fucili, delle munizioni, del richiamo e dei capi di selvaggina abbattuti durante la giornata di caccia. 
La seconda operazione è stata possibile grazie all’intervento delle guardie volontarie venatorie dell’Arcicaccia di Cosenza, che in collaborazione con una pattuglia della Polizia Provinciale di Cosenza, hanno proceduto alla denuncia di una persona, S. C. residente in provincia di Cosenza, che esercitava la caccia alle allodole in località Ferramonti di Tarsia, avvalendosi di un richiamo acustico del genere vietato. Anche in questo caso gli agenti hanno proceduto al sequestro del fucile, delle munizioni, del richiamo e della fauna abbattuta. Delle operazioni è stata immediatamente informata la Procura della Repubblica di Castrovillari.
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