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COSENZA – Fiaccole accese e cori urlati al cielo quasi a voler raggiungere il biondo angelo di Argenta. Donato Bergamini è nel cuore di tutti i cosentini. Di chi lo ha visto giocare al San Vito negli anni ’80 e di chi ha sentito la storia che ha segnato la sua fine. Il centrocampista scomparso in circostanze tragiche il 18 novembre del 1989 non è mai stato dimenticato da una città intera che non ha mai smesso di chiedere la verità, rifiutando la tesi del suicidio sulla statale ionica.
A distanza di quasi 24 anni dalla sua scomparsa, Cosenza lo ha voluto ricordare con l’ennesima iniziava. Un corteo scandito dai cori e della luci dei fumogeni, che ha attraversato la città dallo stadio alla Chiesa di Piazza Loreto. Il 20 novembre del 1989 a Piazza Loreto c’erano più di 20mila persone a porgere l’ultimo saluto al calciatore, che ogni domenica, a Cosenza e in tutti gli stadi dove giocano i lupi, viene ricordato dai cori degli ultras. Ieri in, dopo la gara pareggiata con il Chieti, in corteo c’erano più di 500 persone. I bambini delle scuole calcio hanno preso per mano Donata e Domizio, la sorella e il papa di Donato che tornano sempre in città e che hanno guidato un corteo senza sorriso, colorato però di rosso e di blu. Al loro fianco c’erano i membri dell’Associazione Verità per Denis e Cosenza nel cuore, che con gli ultras, presenti in massa, e l’associazione Libera, hanno seguito il cammino di tanta gente commossa. (LE FOTO DELLA FIACCOLATA)
«Abbiamo il sostegno della gente – ha detto Donata Bergamini con voce rotta – perché siamo legati a questa città. Prima era un brutto ricordo ma gli ultras e i cosentini in generale ci hanno dato tanto. E’ un giorno triste perché si ricorda un angelo scomparso ma vedere tutta questa gente, stringere le mani e ricevere affetto, ci da la spinta per continuare a chiedere la verità». Al suo fianco il papà di Donato, che in silenzio ha seguito il corteo con una fiaccola in mano, fra gli abbracci di tanti tifosi.
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