X
<
>

Share
4 minuti per la lettura

«CHE il ricorso al lavoro nero fosse una pratica diffusa tra le fabbriche sopravvissute alla crisi del  polo del salotto non era certo un mistero. Il servizio  di Piazza Pulita, andato in onda su La 7 ha semplicemente acceso i riflettori sulla questione». Non si nasconde dietro facili ipocrisie Fernando Mega, segretario della Fillea Cgil, dopo l’incontro voluto dal prefetto di Matera Luigi Pizzi per fare un punto della situazione. Al tavolo del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, in effetti, c’erano tutti: il presidente della Provincia Stella; l’assessore comunale Tragni; i vertici provinciali delle forze di polizia; il direttore territoriale del Lavoro, Campanelli; il presidente di Confindustria, il direttore di Confapi e i segretari di Cgil, Cisl e Uil, per un esame congiunto di alcuni fenomeni collegati al lavoro nero e irregolare nel settore del mobile imbottito. 

Dal prefetto è arrivato il richiamo ad un’assunzione di responsabilità, ciascuno per la sua parte, per individuare mirate azioni di prevenzione e repressione e contrastare le illegalità nel comparto, già duramente colpito da una crisi occupazionale e di mercato. E Mega certo non si sottrae: «Il fenomeno esiste ed è innegabile- dice- ma non si può certo agire sull’onda dell’emotività suscitata da un servizio televisivo. Qua bisogna distinguere tra ladri e poliziotti: le responsabilità è evidente non sono le stesse tra chi sfrutta e chi è sfruttato. Nè si può addossare, come sempre, la croce addosso ai sindacati. La Cgil- ricorda Mega- ha denunciato in tempi non sospetti l’andazzo in questo settore con una serie di cortometraggi di denuncia (vedi box in basso ndr), il risultato è stato che il Governo nazionale ha approvato i “voucher”  che di fatto, invece di regolarizzare il lavoro occasionale, hanno finito per favorire il lavoro nero. I buoni-lavoro fino a 3000 euro sono compatibili con gli ammortizzatori sociali, ed è evidente che è “conveniente” sia per il datore di lavoro (che evade i contributi) sia per l’operaio (che non consuma voucher e prende la giornata per intero), farne uso solo in caso di controlli. Così è ovvio- spiega il segretario della Fillea Cgil – che i controlli sono perfettamente inutili, basta tirar fuori  il voucher al momento giusto ed è tutto regolare. Un rischio che come Cgil abbiamo denunciato da soli a gran voce inascoltati». 

Ma a soffrire di questo male non è certo solo Matera o il settore del mobile imbottito. «L’andazzo – dice Mega- è lo stesso in agricoltura, nella ristorazione e in altri settori in cui ormai il lavoro è solo occasionale». Intanto gli ammortizzatori sociali per un bacino di circa 10.000 unità sono in scadenza senza possibilità di proroga. «E’ una situazione esplosiva- sottolinea Mega- le persone da qualche parte devono guadagnarsi da campare. E la fine di cassa integrazione e   mobilità non potrà far altro che esasperare il disagio creato da un manifatturiero esasperato, alimentato negli anni da una classe imprenditoriale miope». Proprio per non trovarsi impreparati di fronte a questa nuova emergenza sociale, in prefettura, si è concordato di sottoporre al Tavolo delle tematiche del  lavoro ,  già istituito presso il Comune di Matera,  le problematiche occupazionali anche del settore del salotto che, nei prossimi mesi, potrebbero accentuare il lavoro sommerso o irregolare e la conseguente evasione contributiva e fiscale.

 

In un corto del 2008 la denuncia filmata della Cgil

LA sopravvivenza è questione di “Minuti”.  La Cgil di Matera lo aveva denunciato in tempi non sospetti che il polo del salotto si reggeva su uno sfruttamento spinto della manodopera e che nel momento in cui il meccanismo si sarebbe inceppato le imprese avrebbero preso la via dell’Est. E’ del  2008  il cortometraggio “Minuti” firmato dal regista Antonio Andrisani in cui in appena dieci minuti si racconta una realtà di fabbrica scabrosa: non contano nè la qualità del prodotto, nè la vivibilità del lavoro. Tutto si regge sul tempo impiegato per realizzare ogni singolo divano: meno è meglio è. Come spiega Domenico Fortunato che interpreta un cinico capo reparto: se non “risparmi minuti” tra qualche anno ce ne andiamo tutti a gambe all’aria. Come si recupera il tempo perduto? Lavorando a nero il sabato e la domenica, ovviamente. Insomma, niente di nuovo sotto il sole.

m.agata@luedi.it

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE