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CASSANO JONIO (CS) – Quaranta avvisi di garanzia per l’esondazione del Crati e i danni subiti dal Parco archeologico di Sibari. E tra gli indagati anche il sindaco di Cassano allo Jonio, Gianni Papasso, il quale però si dice estraneo ai fatti e ripercorre la vicenda sostenendo: “Ritengo sia un atto dovuto l’iscrizione nel Registro degli indagati per quanto accaduto a Sibari, essendo sindaco del Comune ove ricade il sito interessato. A riguardo, penso di aver fatto il mio dovere già prima dell’esondazione del Fiume Crati, nonostante fossi alla guida del Comune da pochissimi mesi”. 
Il primo cittadino è certo del lavoro fatto: “Sono stato il primo – aggiunge – a denunciare la presenza, nella golena del Crati, degli agrumeti che, a mio avviso, ostacolavano e continuano ad ostacolare il normale deflusso delle acque, con tutte le gravi conseguenze che, purtroppo, abbiamo avuto modo di constatare. A tal proposito, ho offerto ed offro la mia disponibilità ad emettere tutti i provvedimenti necessari, fra quelli rientranti fra le competenze comunali. Mi preme, inoltre, evidenziare che, storicamente e sotto la mia gestione, è stato proprio il Comune di Cassano ad emettere Ordinanza di eradicamento dalla golena del fiume Crati di agrumeto, peraltro ricadente in area Sic (Sito di Interesse Comunitario); ordinanza che, purtroppo, è stata sospesa dal Tar Calabria”. 
“Per tali motivi, abbiamo dato mandato – prosegue Papasso – ad un legale di fiducia, che ha già provveduto a costituire il Comune e che lo rappresenterà nella causa di merito che si terrà nel mese di febbraio prossimo. Per quanto concerne la vicenda del recupero del Parco Archeologico di Sibari, l’Opinione Pubblica è abbondantemente a conoscenza dell’impegno mio e dell’Amministrazione Comunale di Cassano a riguardo. In ogni caso, confido in una serena ed obiettiva valutazione da parte della Magistratura inquirente degli atti e dei comportamenti singolarmente tenuti”.  
Ieri, la Procura della Repubblica di Castrovillari ha emesso 40 avvisi di proroga indagini nei confronti di altrettante persone finite sotto inchiesta. Si tratta di tutti coloro che rivestono ruoli connessi alla tutela del territorio o dei beni culturali della zona. E così figurano i tre più recenti sindaci recenti di Cassano Ionio, la stessa direttrice del museo, dipendenti Afor, il commissario straordinario per il rischio idrogeologico. In alcuni casi si tratta di un atto dovuto, a causa della carica rivestita. Ci sono poi numerosi privati che avrebbero occupato illegalmente le aree degli argini che dovevano essere lasciate sgombere. Le accuse, a vario titolo, abbracciano omissioni di atti di ufficio, danno colposo, invasione e occupazione di terreno, danneggiamento di beni culturali, opere eseguite senza autorizzazione (LE FOTO DEGLI SCAVI ALLAGATI). E tra di loro proprio il sindaco Papasso.
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