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MELICUCCO – Detenevano in casa un vero e proprio arsenale, composto da armi da guerra e da centinaia di munizioni. A portarle alla luce, sotto il coordinamento della Compagnia dei Carabinieri di Gioia Tauro, guidata dal Capitano Francesco Cinnirella, sono stati i militari della Stazione di Melicucco, supportati dagli uomini dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Calabria”, che all’alba di oggi hanno effettuato una lunga perquisizione all’interno di un’abitazione posta nel centro urbano della cittadina della Piana di Gioia Tauro.
A finire in manette, in flagranza di reato, sono state tre persone: Angelo Ciccia, pensionato di 72 anni, Snezana Kovacevic, casalinga 45enne di origine bosniaca, e Angelo Ciccia, studente di 20 anni. Ai tre vengono contestati i reati di detenzione di arma da guerra, ricettazione, detenzione abusiva di munizioni, alterazione di armi e detenzione e possesso di armi clandestine.
Per quanto riguarda le armi ritrovate, i carabinieri hanno sequestrato sei armi e duecentonovanta munizioni, e in particolare una pistola semiautomatica “Beretta” calibro 7,65,, comprensiva di caricatore monofilare con 7 cartucce in perfetto stato di conservazione, inserita in una fondina da cintura; un fucile monocanna “Beretta” calibro 16, con matricola abrasa; un moschetto italiano modello 91/38 (ex dotazione Esercito) calibro 5,56, 3 Minolux (arma militare da guerra) tutte modificate tramite innesto di canna e camera di scoppio artigianale in micidiale pistola calibro 22 lungo a colpo singolo; 49 cartucce calibro 38 special “Winchester”; 42 cartucce calibro 32 automatica marca “PPU”; 1 cartuccia calibro 357 magnum; 9 cartucce calibro, 9 Luger marca “TPZ KOP”; 15 cartucce in calibro 5,56 contenute all’interno di 2 caricatori da 6 colpi e 1 caricatore da 3 colpi; 16 cartucce calibro 22 lungo; 13 cartucce calibro 16; 12 cartucce calibro 12; 5 cartucce calibro 6,35 marca “GFL”; 107 cartucce calibro 44 Remington Magnum; 14 cartucce calibro 44 a punta cava modello “Half Jacket Hollow Point”.
Dopo essere stati a lungo sentiti e interrogati dagli inquirenti, su disposizione del pm di Palmi, Giulia Masci, Ciccia (’41) e Kovacevic sono stati trasferiti agli arresti domiciliari, mentre per il terzo arrestato è finito in carcere.
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