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In principio era il Pil. Tutto si misura per mezzo di lui, e senza di lui niente si può fare di ciò che si deve fare. E la Basilicata si è subito adeguata. La stura è della “Regione” quando al dato non esaltante del Prodotto interno lordo regionale di Bankitalia contrappose, piccata, quello più familiare di Unioncamere Basilicata. Da allora, poiché emulare è sport regionale e giocare a ribasso fa tendenza, ogni tanto parte la caccia al PIL. Una tarantella di comunicati e nuove teorie con “Lorsignori” impegnati a far valere il risultato più conveniente.

E’ di questi giorni la nuova brillante scoperta –  effetti collaterali da campagna elettorale – di un noto politico nostrano: “Il Pil senza Fiat”. Secondo questa tesi, enunciata con tono greve e incedere lento da grande rivelazione: «Senza la fabbrica del Lingotto avremmo numeri “mooolto” peggiori». Tanto piacere! Intanto Fiat è in Basilicata, qui produce, distribuisce lavoro e paga le tasse. Dunque, il Pil, come un pelo, può essere spaccato in quattro, poi ricomposto e, se occorre, anche riattaccato.

Certo in periodi di buriana ci si orienta anche con le tracce lasciate dal vento e, quando serve, il vento si spinge soffiando a più non posso. Così assistiamo al proliferare di studi e indagini amatoriali cioè realizzati con quattro telefonate, tre paginette, due grafici e una bella copertina. In questo modo, in Basilicata, nell’indifferenza generale, si contribuisce a costruire e gonfiare carriere, compiere scelte e consumare risorse. Famoso il caso di quell’istituzione che, con l’immancabile e pomposo comunicato, annuncia: ”L’Evento di presentazione dello Studio sui flussi turistici”. Salvo, poi, candidamente scrivere, in piccolo, nelle note a margine del documento, che lo studio nasce  solo da «contatti avuti con alcuni operatori e amministratori». In pratica, un convegno per presentare un’indagine fatta tra gli amici di comitiva.

Insomma, da noi, il numero, o tutto ciò che può sembrare tale, quando serve, non solo può essere piegato e ribaltato, ma anche fatto in casa, alla lucana però, come la pasta della nonna: con tanto olio, molto sugo e sempre piccante.

*www.basilicatapost.it

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