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REGGIO CALABRIA – Beni per 325 milioni di euro sono stati sequestrati dalla Dia di Reggio Calabria ad un imprenditore della Piana impegnato nel settore oleario. L’imprenditore, Vincenzo Oliveri, 59enne di Gioia Tauro, con proiezioni di rilievo sia nel comparto alberghiero che in quello della ristorazione, era stato arrestato nel 2010 per i reati di associazione a delinquere, truffa aggravata ed altro, in relazione alla indebita percezione di contributi erogati ai sensi della legge 488/1992.
Il patrimonio dell’imprenditore è dislocato fra Calabria, Abruzzo ed Emilia Romagna e l’operazione di sequestro coinvolge anche e il Centro Operativo Dia di Napoli e le Sezioni di Catanzaro e Bologna. Il sequestro preventivo di beni per un valore di 325 milioni di euro è stato disposto dal Tribunale di Reggio Calabria sia perchè il loro ammontare sarebbe vistosamente sproporzionato, secondo gli accertamenti svolti dalla Dia, rispetto alle capacità reddituali dell’imprenditore e sia perchè i beni aziendali e personali sono stati considerati provento del reimpiego di capitali illeciti. Vincenzo Oliveri ed il fratello Antonio, insieme al padre Matteo Giuseppe, nel frattempo deceduto, furono arrestati con altre tre persone nel luglio del 2010, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Palmi, con l’accusa di associazione per delinquere e truffa in relazione all’indebita percezione di contributi erogati in base alla legge 488. Nell’ambito del procedimento penale che è scaturito dagli arresti il gip di Palmi ha disposto il rinvio a giudizio dei fratelli Oliveri.
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