2 minuti per la lettura
VAL D’AGRI – Ormai sono sei gli stipendi arretrati, non retributi, per i dipendenti del Consorzio di Bonifica dell’Alta val D’Agri che ora annunciano: si va spediti verso lo sciopero. A renderlo noto sono le sigle di categoria, Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil, a seguito di un incontro coi lavoratori tenutosi ieri mattina nella sede dell’ente a Villa d’Agri, hanno infatti avviato le procedure previste dalla legge per la proclamazione dello sciopero.
Riesplode così la disperazione tra i dipendenti dell’ente che già da questa mattina sono di un nuovo in presidio davanti alla sede del Consorzio. E’ trascorso meno di un mese dall’ultima manifestazione di protesta – allora i dipendenti si erano incatenati – per il mancato pagamento delle mensilità arretrate. Tra telefonate, comunicazioni e rassicurazioni i lavoratori che si erano incatenati dinnanzi alla sede, in segno di denuncia per le mensilità arretrate, erano rientrati in attesa di riscuotere i primi tre stipendi dovuti. Le rassicurazioni erano giunte dapprima dall’assessore regionale all’agricoltura Benedetto e successivamente in un incontro, richiesto dagli stessi lavoratori, con la presidente dell’ente consortile, Rita Petruzzi. Data programmata dal comitato dei lavoratori pro stipendio era stata fissata per il 5 novembre, dopo quella data, i lavoratori sarebbero scesi nuovamente a presidiare davanti all’edificio. Così è accaduto, l’agitazione è iniziata ieri ed oggi i lavoratori si sono ritrovati a denunciare l’ennesima presa in giro da parte delle istituzioni. Insomma dopo gli innumerevoli incontri, promesse, rinvii, confusione e poca chiarezza, sulla situazione consortile, si ritorna nuovamente punto e daccapo. Senza stipendi e senza certezze, oltretutto da parte dei lavoratori continua la sollevazione sul fatto che il «consorzio non incassa i ruoli di acqua potabile e irrigua da circa quattro anni, e non si riesce a capire il perché».
«Se siamo arrivati ha questo – hanno commentato i segretari sindacali di categoria – è per responsabilità di chi ha gestito male il consorzio e di chi, pur avendone il dovere, non ha vigilato nel modo adeguato e poco o nulla ha fatto per evitare che la situazione si cronicizzasse. La situazione non è più tollerabile e non è neppure accettabile il silenzio che è calato sulla vertenza con l’apertura della campagna elettorale».
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA