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MATERA – “Non vogliamo un centro rifiuti al centro della città”.
Adriano Pedicini e Fabio Mazzilli, Pdl, dal piazzale antistante l’ex Centrale del latte di via della Nazioni Unite, ieri mattina, hanno sottolineato la loro contrarietà al progetto dell’Amministrazione comunale di Matera che destina l’ex Centrale del latte a centro di raccolta comunale dedicato al conferimento dei rifiuti “sfalci” e “potature” (codice CER 20 02 01).
La delibera impugnata da Mazzilli e Pedicini, in effetti, spiega molto bene le cose.
E sicuramente più di quanto si possa fare con prese di posizione e smentite varie. Tanto che nell’atto si specifica perfino come il “Centro di raccolta comunale dovrà essere allestito e gestito dalla Società Cooperativa Sociale Progettambiente, attuale gestore del servizio pubblico di raccolta degli rsu”.
Seppur poco partecipato, forse proprio perché simbolico, dunque il sit-in conferenza del gruppo consigliare pidiellino al Comune è servito a ribadire concetti che sanno di buonsenso.
“Mentre la deliberava veniva redatta – ha affermato, fra le altre cose, il consigliere di minoranza Adriano Pedicini – una commissione consiliare stava discutendo proprio della destinazione d’uso per questi locali”.
Dove, nonostante tra l’altro l’intervento portato a compimento a seguito dell’incendio del posto, vetri rotti con porte sfondate e sporcizia diffusa mostrano il volto più brutto dell’abbandono degli spazi pubblici.
Un atto formale, dunque, che per Mazzilli: “è da sospendere, perché si porti l’argomento in una discussione del consiglio comunale cittadino”.
Quel che non si vuole, è il Centro rifiuti nel centro della città.
Ché siamo a pochi passi da stazioni, Municipio, scuole importanti e a centimetri di distanza dal Palazzetto dello Sport. Fanno notare gli esponenti comunali nel corso del loro intervento.
“L’assessore Scarola – ha voluto aggiungere Pedicini – parla genericamente d’un bidone o qualche bidone, ma sulla delibera datata 1 ottobre si scrive Centro di raccolta”. Tutt’altra cosa, in pratica.
Per non parlare di come Mazzilli e Pedicini non si fidono d’un altro concetto fatto trapelare.
“Quando si parla di scelte temporanee, non si è mai sicuri che a Matera non voglia significare che si sta parlando d’una situazione duratura e permamente”.
L’assessore Giovanni Scarola già aveva replicato a Pedicini contestando nel merito l’intervento del consigliere, nel punto che in sostanza darebbe il senso del progetto: “Si tratta di sistemare temporaneamente un piccolo container in un’area protetta e sicura a disposizione dei cittadini che risistemano le loro aiuole ed i loro alberi. Il posizionamento temporaneo risponderebbe alle richieste dei cittadini e permetterebbe di utilizzare piccola porzione dell’area fino ad utilizzo finale come deciso dal consiglio comunale”, aveva scritto l’assessore. Eppure parti del documento sventolato giustamente da Mazzilli e Pedicini lasciano intendere proprio che potrebbe esserci dell’altro.
Pure, per esempio, quando si descrive un “secondo centro di raccolta rifiuti” per la città invece che uno spazio destinato all’allocazione d’un contenitore per i cittadini dell’area.
Insomma si potrebbe costruire benissimo un Centro numero due rispetto a quello della zona Paip 1.
Cosa che peraltro non cozzerebbe con l’esigenza di porre fine una volta per tutte a quei centri di raccolta non autorizzati e che accolgono di tutto e in diversi punti della città, vedi in via Umbria come dalle parti dell’ex Provveditorato.
Che sarebbe comunque un cosa ben diversa da andare nella direzione d’indicazioni, in termini di proposta, riguardanti cultura e servizi sociali.
matera@luedi.it
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