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Con quale spirito mi accingo al voto del 17 e 18 novembre?
Non ho certo dimenticato che votiamo anticipatamente perché alcuni politici hanno pensato bene di arraffare quanto più possibile con il sistema del rimborso-spesa, raccattando anche scontrini altrui. Il guaio è che non si tratta di un caso sporadico e non è neanche un malcostume solo lucano.
A seguire le cronache, si scopre con preoccupazione che è un costume nazionale ben radicato: i soggiorni romantici, i pranzi per amici e conoscenti, le spese pazze, i viaggi sono tutti a carico della collettività e poco importa se non hanno per finalità lo svolgimento della propria funzione pubblica. E pensare che io e i miei colleghi insegnanti, per partecipare alle riunioni del Collegio dei Docenti che si tiene a Potenza, a 100 km dal luogo dove svolgiamo il nostro lavoro, ci dobbiamo andare a nostre spese. Ed è un obbligo.
Non ho dimenticato lo spettacolo poco edificante che ha accompagnato la preparazione e la presentazione delle liste elettorali, con la sceneggiata di chi ha giocato alla democrazia – salvo lamentarsi quando è risultato vincitore una persona non appoggiata dal gruppo dirigente – ; con il forzato accostamento di gruppi politici distanti, uniti solo per trovare un posto al sole; con l’incompetenza di chi pasticcia con i documenti per presentare la lista e si propone di governare una regione.
Quanti candidati! Ma lo sanno che il numero dei consiglieri regionali è diminuito? Questi concorrenti allo sbaraglio affrontano oggi una bella spesa per la campagna elettorale, nella speranza – ovviamente – di recuperare domani, affollando il sottobosco della politica, fatto di presidenze, direzioni generali e megagalattiche, occupando posti sulla base dell’appartenenza al carro del vincitore piuttosto che sulle competenze.
E poi dicono che la pubblica amministrazione spreca, che bisogna tagliare. Risultato: i loro stipendi e rimborsi a vario titoli crescono, le briciole per il normale funzionamento dei servizi diminuiscono. E nella scuola, nella mia scuola, non c’è carta per le fotocopie ad uso didattico, non ci sono soldi per acquistare le sedie mancanti. Per rendere operativi alcuni computer regalati da privati, i docenti di sostegno si sono autotassati ed hanno creato un’aula multimediale per i diversamente abili; gli alunni hanno versato 50 centesimi ognuno per aggiustare il rubinetto del lavandino e poter così lavarsi le mani e bere.
Buon voto, amici.
Lucio Saggese
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