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GiOIA TAURO (RC) – Inizialmente era partita come un’operazione di routine volta a cercare eventuali armi o droga in una zona abitata dalla comunità rom di Gioia Tauro ma i carabinieri hanno scoperto sei giovanissimi, tra i quali quattro minorenni e un maggiorenne con problemi motori, rinchiusi all’interno di un appartamento fatiscente.
Il quadro che sembra emergere è devastante. I giovani sono stati subito trasportati all’ospedale della città del porto per essere visitati dai medici: il più piccolo ha appena 4 anni, il più grande 22 ma soffre di disturbi mentali. Secondo i primi riscontri venivano tenuti segregati e fatti uscire solo per andare a mendicare. E i loro carcerieri erano familiari: in carcere, con l’accusa di sequestro di persona e matrattamenti, sono finite la mamma, la zia e la nonna dei giovani. Le condizioni nelle quali i sei ragazzi vivevano vengono definite “spaventose” dagli inquirenti.
Quando i Carabinieri li hanno liberati, i ragazzi hanno manifestato problemi a camminare e ad aprire gli occhi, segno evidente di una lunga reclusione nell’appartamento. Trasportati in ospedale, nella vicina Polistena, sono stati poi dimessi dopo i necessari accertamenti sul loro stato di salute. Solo uno dei due maggiorenni è stato trattenuto nel reparto di psichiatria in quanto affetto da problemi di natura mentale. L’operazione era scattata questa mattina nel quartiere Ciambra di Gioia Tauro, una sorta di ghetto all’interno del quale vive da molto tempo una parte della comunità rom di Gioia Tauro. I blitz nel quartiere avvengono a cadenza quasi regolare, di solito alla ricerca di armi e droga. Stamattina, però, gli investigatori si sono imbattuti durante la perquisizione di un appartamento in una delle palazzine del quartiere, in una porta chiusa. Appena l’hanno aperta, i carabinieri hanno scoperto i sei giovani.
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